Roma - Votato il Dpef, non senza qualche apprensione. Ecco che spunta il nodo del Welfare. Con il protocollo concordato da governo e parti sociali che non viene digerito dall'ala sinistra dell'Unione. Rifondazione, Comunisti italiani, Verdi e Sinistra democratica, che già si erano abbondantemente lamentati nei giorni scorsi, hanno chiesto un incontro urgente al premier Romano Prodi. La sedia scotta e il professore scatta in piedi. Richiesta accolta. I ministri di Prc, Pdci, Sd e Verdi (Paolo Ferrero, Alessandro Bianchi, Fabio Mussi e Alfonso Pecoraro Scanio) sono stati ricevuti alle 13,30 a Palazzo Chigi. All'uscita i visi sono distesi, ma i ministri dissidenti promettono battaglia: "Già l’incontro rappresenta la disponibilità da parte del presidente sulla volontà di migliorare il provvedimenti nell’ambito della sovranità del parlamento" dice il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio. Il ministro spiega che "in parlamento ci saranno elementi maggiori per migliorare su competitività e legge 30. In parlamento - aggiunge - possiamo avere elementi più chiari su precariato e innovazione". Quindi "ci sarà questa innovazione". Duro Ferrero: "Se Prodi vuole durare, ci ascolti". L’esponente di Prc riferisce che "è stato posto un problema politico, serve rispetto".
Ferrero protesta "Il punto politico è che c’è il dissenso dela Cgil su una parte di quell’accordo. Inoltre c’è un terzo della maggioranza che sostiene che quell’accordo vada modificato. In autunno si dovrà arrivare ad una intesa in Parlamento". Spiega il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, al termine del cdm. Ferrero ha confermato che il prossimo vertice affronterà la questione del protocollo, su proposta del ministro Mussi. "La nostra richiesta - prosegue Ferrero - non mi sembra esagerata. Anzi, è il minimo. Di pensioni abbiamo discusso ampiamente e non vedo perché non dovremmo discutere di welfare e mercato del lavoro. Il cdm deve discuterne, questa è una questione di metodo. Si apre dunque una discussione - ha concluso Ferrero - e io chiedo che in Parlamento si modifichi quell’accordo". In chiusura arriva l'affondo: "In campagna elettorale Epifani apprezzava il programma dell’Unione e Confindustria lo criticava. Dopo l’accordo sul welfare la Confindustria plaude e la Cgil dice che non va bene. È successo qualcosa, è cambiata l’azione di governo. Noi chiediamo di rimettere la barra al centro e di riprendere dal programma elettorale".
Mussi: "Vediamo cosa cambiare" "Vediamo che cosa ora si può modificare di quell’accordo". Il ministro dell’Università Fabio Mussi spiega il suo pensiero."«Anche perché la parte sulle pensioni è stata discussa in consiglio, ma le altre due no". E c’è, come ha detto il ministro Ferrero, un terzo della maggioranza che non è d’accordo: "Appunto". L’obiettivo è capire cosa si possa modificare per non mandare il protocollo in Finanziaria, con il rischio che si trasformi in un maxiemendamento su cui si voti la fiducia. Per questo, "vediamo cosa si può modificare ora".
La lettera alla Cgil La Cgil "non è soddisfatta" della risposta del presidente del Consiglio Romano Prodi alla lettera in cui si chiedeva se fosse possibile firmare solo una parte dell’accordo raggiunto da governo e parti sociali sul welfare. Fonti vicine al segretario generale Guglielmo Epifani spiegano che per il leader Cgil la lettera di Prodi "non risponde a molte delle questioni poste".
Prodi ieri ha sottolineato che il protocollo va firmato tutto insieme anche se il parlamento è "sovrano" e potrà "dissipare le incomprensioni che possono essere sorte nella fase finale del confronto". Epifani comunque risponderà alla lettera nei prossimi giorni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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