Italiano, Matematica e Cinema. Il regista Wim Wenders lancia una sfida all'Europa: aprire le classi alle lezioni di cinematografia fin dalla scuola primaria perchè, dice il regista tedesco, esiste un alfabeto da imparare anche per apprezzare l' arte del grande schermo e più in generale per poter fruire adeguatamente del linguaggio audiovisivo nella sua complessità. Proprio questo è il linguaggio più frequentato dai giovani eppure non esiste nessuna idea di "educazione" in proposito. Se i ragazzi si abituano a mangiare soltanto hot dog, avverte Wenders, poi non saranno più in grado di apprezzare altri cibi e lo stesso discorso vale per il cinema. I giovani si abbuffano con i campioni del box office conditi da sparatorie ed esplosioni e non conoscono altri linguaggi cinematografici.
Wenders ospite della commissione Cultura del Parlamento europeo per un'audizione sul tema Cinema ed identità europea ha insistito proprio su questo punto. Il cinema in Europa non è soltanto un prodotto industriale ma un mezzo per raccontare valori ed identità. Spesso però, denuncia Wenders, il cinema europeo resta confinato ad una elite mentre il suo compito dovrebbe essere quello di raccontare valori e storie a tutti ma anche puntare al profitto.
L' autore di film come Paris Texas, il Cielo sopra Berlino e Lisbon Story spiega che anche se non è possibile dare un'unica etichetta al cinema europeo perchè «formato da molte voci» queste voci spesso però «hanno qualcosa in comune, ed è appunto quel "qualcosa" che noi chiamiamo orgogliosamente cinema europeo». Dunque per Wenders il cinema europeo non è la semplice somma di quanto fanno le diverse nazioni ma «ha le sue regole, la sua storia e un linguaggio molto particolare da cui anche Hollywood ha imparato nel corso degli anni».
Tutta questa «grande ricchezza di film» però non viene vista abbastanza nel resto del mondo. «E non certo perché non piacciono: quando le persone hanno la possibilità di vederli restano sbalordite e sorprese -assicura Wenders- Il pubblico ci sarebbe, ma ha sempre meno l'opportunità di vedere questi film».
L'approccio al cinema andrebbe insegnato da subito, addirittura a scuola secondo il regista. «Non stiamo sfruttando la possibilità di insegnare ai bambini l'esistenza di un linguaggio completamente differente che si può imparare e che potrebbe aiutare a non finire vittime della cultura fast-food -dice Wenders- Quando i bambini iniziano a mangiare un certo cibo e si accorgono che è buono, vorrebbero averlo sempre. Dobbiamo insegnare loro che esiste un'altra forma di cibo. Dobbiamo farlo per il loro bene. Non li costringiamo, più tardi potranno andare a vedere tutti i film che vogliono. Ma sarebbe un peccato se perdessero completamente il gusto e la possibilità di imparare che ci sono film sui loro vicini, che esiste un tipo di cinema molto diverso e, in un certo senso, ancora più divertente».
Wenders poi individua uno dei nodi fondamentali dell'educazione dei giovani proprio nell'evoluzione dei linguaggi ai quali le istituzioni scolastiche dovrebbero fare riferimento. «Il linguaggio audiovisivo è forse quello a cui i bambini sono più esposti, ma è l'unico per il quale non ricevono alcuna preparazione. -osserva il regista- Non sto parlando soltanto di cinema, ma anche di giochi, televisione, internet. È un linguaggio che può essere insegnato».
Ed in alcuni paesi infatti questo cambiamento è avvenuto. «La Scandinavia è già avanti in questo, la Danimarca sta facendo molti progressi. Questi esempi mostrano come le nostre proposte possano avere successo. La percentuale di pubblico per i film europei in Scandinavia è molto più alta che altrove perché stanno educando i bambini, che ora conoscono l'esistenza di un qualcosa di diverso.
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