West Ham con l’Italy mania Di Canio sfida Zola e Donadoni

da Londra

La corsa a Upton Park - l'infuocata bolgia del West Ham - parla solo italiano. Tre candidati: due esordienti e un ex ct. Dal giorno delle dimissioni di Alan Curbishley, la soluzione per la panchina degli Hammers è stata un italian job. Ma se Roberto Mancini si è gia tirato fuori per ragioni economiche (prima vuole incassare i milioni della rescissione contrattuale con l'Inter), Gianfranco Zola e Roberto Donadoni restano i candidati favoriti dai bookmakers. Più distante, ma non meno suggestiva, l'ipotesi Paolo Di Canio, soprannominato «The God» nei suoi anni con la maglia del West Ham. Guarda dunque al calcio italiano il presidente Bjorgolfur Gudmundsson, uno dei dieci paperoni stranieri (lui è islandese) della Premier League. Probabilmente consigliato da Gianluca Nani, ex direttore sportivo del Brescia, da marzo responsabile dell'area tecnica del club dell'east end di Londra.
L'ex ct della nazionale azzurra si è incontrato con i dirigenti inglesi venerdì, presentando il suo piano di lavoro. Donadoni ha il vantaggio di parlare inglese avendo vissuto un anno negli Stati Uniti quando ha giocato per i MetroStars di New York. E l'esperienza sulla panchina dell'Italia, nonostante l'amaro finale, ne ha accresciuto il prestigio internazionale. Ancor più popolare in Inghilterra il nome di Zola, dopo i suoi sette anni al Chelsea. L'attuale vice di Pierluigi Casiraghi finora ha evitato ruoli di primo piano, preferendo accumulare esperienza senza troppe pressioni. Ma ora potrebbe essere arrivato il suo momento. Chi piuttosto non nasconde il desiderio di tornare in Premiership, «la mia seconda pelle», è Di Canio che al tabloid Sun ha consegnato quella che appare come un'autocandidatura entusiasta. «Il West Ham è un club unico e la sua storia è lì a dimostrarlo - le parole dell'ex laziale -. Il fatto che abbia avuto così pochi manager (11 in 113 anni di storia, ndr), per lo più ex giocatori, è molto importante. Continuo a tifare West Ham dal giorno che me ne sono andato. Lo scorso anno sono tornato due volte a Upton Park e conosco i giocatori di persona. Come professionista sono pronto a considerare ogni offerta, ma in questo caso il fatto di essere tra i candidati è motivo di profondo orgoglio».
Di Canio ha conseguito la licenza Uefa in estate, ma la sua esperienza a bordo campo è limitata alla Cisco Roma. Da qui le perplessità del vice-presidente Asgeir Fridgeirsson che promette la scelta finale entro l'inizio della prossima settimana. In precedenza un altro italiano, Davide Ballardini, era stato contattato da Nani, ma il Palermo è stato più risoluto nell'ingaggiarlo. Più remote le alternative rimaste sul tavolo. Gerard Houllier, oggi direttore tecnico della Francia ma per sei anni alla guida del Liverpool, non entusiasma. Mentre Slaven Bilic, per un anno al West Ham da giocatore (stagione 1996-97), è legato fino al 2010 con la federazione croata. «Ho sempre detto che il West Ham sarebbe stata la mia prima scelta in caso di ritorno in Inghilterra - le parole del ct della Croazia -.

Ma ho un contratto e intendo rispettarlo. I giocatori mi hanno chiesto del mio futuro, non è il massimo quando devi preparare gare internazionali». Appare sempre più un derby italiano, Donadoni contro Zola, con Di Canio nella parte del terzo incomodo.

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