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A Westwood servono quattro buche di playoff per battere Karlsson

È settimana di US Open, secondo Slam della stagione: gli occhi già puntati su Peeble Beach, in California ma ciò non di meno non si può non parlare di quanto successo, fine settimana scorsa, sui due tour maggiori.
Negli States, il St. Jude Classic è stato vinto dal britannico Lee Westwood, n° 3 al mondo. È questa la seconda vittoria di Westood sul tour americano dopo quella ottenuta nel 1998 nello Zurich Classic proprio alla vigilia del Masters nel quale si classificò al quarto posto. Westwood quest’anno sta facendo molto bene sul tour americano con quattro «top ten» già al suo attivo: oltre la vittoria di domenica scorsa, è giunto secondo al Masters, quarto al Players Championship, ottavo allo Shell e nono all’Honda Classic. Che sia la volta buona di un europeo a vincere il più «yankee» dei tornei dopo Tony Jacklin nell'ormai lontano 1970?
La vittoria di Westwood è arrivata alla quarta buca di play off contro il poco noto americano Robert Garrigus - uscito alla prima buca - ed un Robert Karlsson battuto, con un birdie, alla quarto buca supplementare. Dunque anche lo svedese è in forma e potrebbe esser tra i protagonisti a partire da giovedì (diretta su Sky Sport dalle 22 alle 4 del mattino) sul mitico e spettacolare percorso californiano. A Peeble Beach ci saranno proprio tutti e lo show è più che garantito, con un Tiger alla ricerca del riscatto - golfistico e mediatico - e del successo che lo vide protagonista, nel 2000, sullo stesso tracciato. Un percorso che si presenterà, come è consuetudine (perversa!) in condizioni particolari: difficili, a volte proibitive, penalizzanti ogni colpo appena errato senza considerare le condizioni metereologiche…
Ora brevemente anche il Tour europeo. L'Open del Portogallo sul percorso del Peha Longa all’Estoril. Ci ha riproposto un grande Thomas Bjorn tornato convinto e prepotente alla vittoria dopo quella, lontana, del 2006 in Irlanda, un Bjorn che mi auguro abbia finalmente superato lo shock dell'Open Championship perso nel 2004 che gli è costato una «depressione» golfistica. In Portogallo ha fatto veder un bel gioco ed anche un carattere vincente, fatto di pazienza nei momenti difficili e di aggressività quando la situazione lo permetteva. Poteva essere un torneo «minore» visto l'assenza dei big già sulla via della California ed invece ha offerto un gran bel finale con Richard Green che ha provato a dar battaglia sino all'ultimo, Mc Grane coprotagonista sino al cedimento finale ed il giovane danese Haastrup, giunto terzo, che ha completato degnamente il successo danese.
Per finire due parole ma più che meritate per il golf nostrano. In Portogallo, assenti giustificati i Molinari, il migliore e l'unico a passare il taglio è stato Marco Soffietti che dopo due buoni giri iniziali ha ceduto nel finale chiudendo al 57° posto. Ma è pur sempre un taglio passato sul tour maggiore.
Appuntamento a Domani con il primo giro dello Us Open e chi non tifa «Molinari»..

. peste lo colga, come diceva il grande Amedeo Nazzari!

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