Hanno un nome un po’ così, da Viaggi di Gulliver. Dopo i lillipuziani e prima degli houyhnhnms potrebbero starci loro: i wikipediani. E in effetti sono creature misteriose. Tutti, infatti, sappiamo cos’è Wikipedia: l’enciclopedia on-line più grande e visitata del mondo (275 milioni di accessi al mese), una delle poche open source (cioè scritta da volontari e con voci aperte e correggibili). Insomma l’ultima declinazione dell’utopia di un sapere universale e condiviso. Le precedenti furono la biblioteca di Alessandria, le summae medievali, l’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert.
I wikipediani, invece, coloro che Wikipedia la fabbricano, che compilano pagine e pagine fitte di dati, che le ricontrollano, restano sempre in ombra. Non hanno firme in calce o gloria apparente. Men che meno riconoscimenti accademici e, per dirla in maniera pop, sono cornuti e mazziati. Lavorano gratis. Un po’ come quegli sconosciuti maestri dello scalpello e della cazzuola che erigevano cattedrali a gloria di Dio.
Non bastasse, sono anche quelli con cui ce la prendiamo più facilmente. Soprattutto noi giornalisti: date e nomi non sempre sono esatti, abbiamo taroccato la voce e prima che qualcuno la correggesse è passata una settimana, nelle voci mediche entrano le aziende e le modificano...
Tutto vero ma, alla fin fine, tutti i criticoni le usano eccome quelle 525.119 voci della sola edizione italiana (che quando leggerete quest’articolo saranno già aumentate), magari senza chiedersi quanto sforzo comporti metterle in Rete. Senza mai elogiare casi esemplari di completezza o di rapidità. Giusto per fare un esempio: nel caso della morte di Rigoni Stern, o di quella recentissima di Samuel Huntington, le voci sono state aggiornate quasi in tempo reale.
Ecco allora qualche informazione sui wikipediani italiani e sul come e il perché del loro (forse velleitario) sforzo a favore del Sapere. Partiamo dal nome. All’inizio avrebbe dovuto essere i wikipedisti, facendo rima con enciclopedisti, ma il finale in -pediani è piaciuto di più, faceva comunità, popolo «eletto». Quanto all’attitudine che dovrebbe contraddistinguerli, è racchiusa in una «preghierina» prontamente inserita nella voce «wikipediani» che hanno ovviamente, e maniacalmente, composto su se stessi: «Che io possa.../ avere la serenità per accettare le pagine che so di non poter scrivere/ avere la forza di scrivere quelle che so di poter scrivere/ avere la capacità di saper distinguere tra le due». A questo credo e ai criteri di «enciclopedicità» e di etichetta «enciclopedica», chiamati in gergo wikiquette, dovrebbero attenersi i 336.417 volenterosi registrati su Wikipedia Italia: utenti, amministratori, burocrati e check user.
I primi compilano voci e aprono le pagine di discussione in caso di dubbi o informazioni contestate; i secondi, che vengono eletti dagli utenti registrati, svolgono una funzione di controllo sull’andamento delle discussioni, possono bloccare o sbloccare la modifica delle pagine. Possono anche «stoppare» i contributi provenienti da computer dai quali sono in passato partite azioni vandaliche. Insomma sono un po’ i wiki-sceriffi che rispondono del loro operato ai cittadini che li hanno eletti. I burocrati, invece, attivano e disattivano il grado di amministratore a seconda delle votazioni, mentre i check user controllano che nessuno usi identità fantasma per votare più volte o per vandalizzare le pagine.
Quanto poi ai tipi umani che abitano o hanno abitato questa comunità, la varietà è incredibile (per rendersene conto basta spulciare nell’elenco dei nick-name): insegnanti di scuole superiori (tanti), studenti universitari, ragazzini delle medie a cui piace Platone, almeno un sacerdote, pensionati (tanti), fisici aerospaziali e anche qualche ufficiale dell’esercito...
Come spiega al Giornale Frieda Brioschi, storica «admin» di Wikipedia Italia: «Le persone sono le più disparate: dai ragazzini si arriva agli ultra ottantenni... E non si tratta sempre di patiti del computer... Ci sono utenti che fanno un lavoro splendido con Pc vetusti e modem vecchissimi». Insomma esiste una comunità viva che, almeno per quanto riguarda gli «admin» si incontra spesso. Dice Freida: «Facciamo un paio di incontri al mese. Sono informali, ma ci sono, e poi c’è un incontro nazionale, il primo è stato nel 2004». Certo qualche problema c’è a partire proprio dal controllo delle voci: «In Italia abbiamo pochi amministratori, poco più di novanta, mentre gli utenti attivi nell’ultimo mese sono stati oltre settemila. Ultimamente ci stiamo interrogando proprio su questo».
Nel mondo libero dei wikipediani, quindi, sono in pochi quelli che hanno voglia di fare gli sceriffi. Ma secondo Frieda Brioschi «Wikipedia supererà il problema come ne ha superati altri. Il bello di Wikipedia, nel suo essere un’utopia, è questo: funziona perché non sa di non poter funzionare... Affascinante no?».
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