da Woking
Un vento autunnale spruzza qualche goccia di pioggia. L'estate tarda ad arrivare nel sud dell'Inghilterra. Poco distante intere contee sono ancora sommerse dai nubifragi della scorsa settimana. Un'apocalisse naturale che non ha risparmiato neppure il Surrey: strade inondate, abitazioni sfollate, cittadini costretti a sistemazioni d'emergenza. Ma alla stazione di Woking regna una calma ordinaria. Qualche pendolare di fretta, un gruppo di ragazzini in vacanza-studio, tre taxi in flemmatica attesa. È qui - 36 km a sud-est di Londra - che la McLaren ha il suo quartier generale. Ultramoderno, ipertecnologico, futuristico. Opera di Norman Foster, Sir del gotha mondiale dell'architettura, che lo ha inaugurato tre anni fa al cospetto della regina Elisabetta. Quel giorno a Woking - ironia della sorte - c'era anche Kimi Raikkonen, allora compagno di squadra di David Coulthard. E oggi alla guida del principale nemico della McLaren. Arrivarci è semplice. Basta anche solo la prima sillaba del team anglo-tedesco e chiunque saprà indicare l'esatta ubicazione. A poco meno di quattro chilometri dal centro, immerso nella più tipica campagna inglese, ecco l'austero ingresso di casa McLaren. Espugnare questa cittadella della tecnica, ribattezzata Paragon e costata quasi 300 milioni di euro, è impresa da professionisti del crimine. Tre sentinelle dall'inflessibile cortesia scremano gli ospiti. Tra due anni - spiegano - verrà predisposto un tour per i tifosi. I giornalisti dovranno pazientare un po' di più. Soprattutto oggi. Nel giro di qualche ora, a 500 km di distanza, si decide una buona fetta dell'immediato futuro sportivo della McLaren. In ballo soldi (tanti) e onore (senza prezzo). Ma anche qui, la quiete - apparente o vera - prevale sulla trepidazione da vigilia. Business as usual, in perfetto stile inglese. Nell'incessante sfilare di vetture (anche due Bmw!), sono in pochi ad accettare lo scambio di due battute. Più che diffidenti, appaiono infastiditi da una vicenda che ai loro occhi non può che avere un unico epilogo. Assoluzione con formula piena. Lo dice un ingegnere, lo ripete un meccanico disegnando con le dita la V di vittoria. Londra è vicina, ma le nefaste supposizioni dei suoi media non sembrano aver fatto breccia nelle placide certezze di Woking.
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