Roma

Woof l’alano «esule» è tornato

Roberto Filibeck

L’alano Woof finalmente ce l’ha fatta: ieri è tornato a Roma dall’Africa, dove ha di nuovo potuto fare le feste al suo padrone, Maurizio Angioli. Dopo 8 lunghissimi mesi trascorsi a Massaua, in Eritrea, peraltro una delle città più considerate tra le più torride al mondo (45 gradi centigradi all’ombra), si è conclusa l’odissea di questo splendido alano arlecchino di colore marrone di 6 anni rimasto bloccato da solo per oltre 8 mesi in Eritrea. Tutto era nato subito dopo l’appello lanciato da Angioli che si era visto rifiutare il rientro di Woof dall’Eritrea, paese in cui lavorava ma dal quale, per una serie di problemi burocratici, gli era stato negato di riportarlo con sé. Sin dalla nascita Woof, infatti, aveva vissuto al fianco di Maurizio Angioli che l’aveva portato con sé in Eritrea dopo una proposta di lavoro. A 6 mesi dal suo arrivo però erano sorti dei problemi tra la società di Angioli e il governo locale. Il proprietario dunque fu costretto necessariamente a lasciare il Paese, ma senza neanche avere la possibilità di tornare a prendersi l’animale. Nel frattempo, il rischio per il cane era che le vaccinazioni scadessero: l’assenza di microchip e la grandezza eccessiva della gabbia per l’eventuale trasporto rischiavano di far saltare il rientro in Italia. Ad accogliere il cane a Fiumicino c’era anche Monica Cirinnà, delegata per gli animali. La storia di Woof, quadrupede gigante di 65 kg è stata dunque densa di peripezie. Il cane, che inizialmente sarebbe dovuto partire il 4 agosto era stato trasferito in auto da Massaua fino ad Asmara dove avrebbe dovuto imbarcarsi per Roma. Ma nuovi problemi di carenza dei documenti del cane avevano fatto saltare l’operazione, così come quelle successive, fino ad arrivare allo scorso 9 settembre. In questo caso addirittura l’alano all’ultimo momento non era stato più imbarcato perché, dopo essersi spaventato per il trambusto, aveva rotto la gabbia ed era fuggito per l’aeroporto di Asmara. A ritrovarlo alla fine furono stati alcuni tassisti locali che l’avevano riconsegnato alle autorità dello scalo.

Due giorni fa finalmente l’imbarco per l’Italia.

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