TorinoOggi o mai più. Anche se Zaccheroni non lo dice, tanti lo pensano: perdere a Napoli farebbe quasi certamente comparire i titoli di coda sul campionato bianconero, dal momento che viene difficile immaginare una clamorosa rimonta da parte di chi finora ha fallito quasi tutte le partite decisive. Però, siccome il copione esige di pensare positivo sempre e comunque, l'allenatore con la piadina sottobraccio e un'espressione che non si capisce bene se fiduciosa, rassegnata, perplessa, fatalista o che altro, recita la sua parte pur senza nascondere il pericolo depressione: «Chi fa il nostro mestiere deve sapere convivere con i rischi che momenti come questo si portano dietro. Dobbiamo tenere la classifica aperta per potercela giocare fino in fondo. Servono testa e gambe: queste ultime non possono essere al top e sarà importante, dalla settimana prossima, avere a disposizione più giorni per preparare la partita. Quello che mi preme di più è l'aspetto psicologico, che in effetti ci può frenare. Dobbiamo essere bravi a convivere con l'effetto sconfitta. Abbiamo fatto bene fino a pochi giorni fa, poi è arrivata una settimana difficile: non siamo stati nemmeno fortunati. Il campo non ci può frenare, il resto sì».
In verità il campo ha frenato la Juve, eccome, e non solo da una settimana. Al povero Zac non si possono però imputare troppe colpe, visto lo sfacelo ereditato. Per compattarsi, la squadra ha anche scelto di andare in ritiro un giorno prima e lo ha fatto a Pinerolo, sfrattata dal solito Hotel Meridien del Lingotto diventato nel frattempo casa dei pattinatori su ghiaccio che hanno invaso Torino per i Mondiali. Difficile sia servito a qualcosa e anche Zaccheroni è parso scettico, però mica poteva mettersi contro la richiesta di Del Piero & compagni: «Abbiamo fatto un ulteriore sforzo per concentrarci al meglio - ha spiegato -. Speravo che un momento così non arrivasse, invece c'è stato un calo di prestazioni. Non c'era nulla da chiarire, quello lo facciamo tutti i giorni visto che io parlo sempre con la squadra. Stiamo facendo tutto il possibile per centrare lobiettivo: conosciamo il nostro valore e su questa convinzione andiamo avanti senza farci travolgere dall'emotività».
Continua a sentirsi grande, la Juve, che ha già perso 10 partite sulle 29 disputate in campionato e che subisce gol da sedici partite di fila. Oggi, per puntellare la difesa, tornano Manninger e Chiellini: il primo ha vinto lo sprint con Buffon (non convocato) per dare il cambio al povero Chimenti (mano fratturata), il secondo ha smaltito il solito malanno muscolare e farà coppia con Cannavaro visto che Legrottaglie è squalificato. Peraltro, con il Chiello in campo, la banda del buco diventa un po' meno del buco: nelle otto partite cui non ha preso parte il toscano, la difesa ha preso in media 2,3 gol a gara, contro l'1,09 con il numero 3 protagonista. «Mi aspetto di stare bene in partita, non credo stiamo così male anche se la brillantezza non la può avere nessuno visto che hanno giocato quasi sempre gli stessi».
Prova anche a giocare con le parole, Zaccheroni: «La brillantezza non è la brillantina: è quella che mi fa girare palla velocemente, che mi fa fare la giocata determinante senza che la stessa sia troppo difficile. Diego? Un giocatore spesso riesce a fare quello che i compagni gli consentono di fare: se la squadra non sta dando il massimo, è difficile che un giocatore ci riesca». A furia di coccolare il brasiliano triste, però, la classifica è peggiorata e le giocate sono state davvero poche: stasera dovrebbe essere ancora in campo e avere al suo fianco Candreva, visto che Del Piero è stato convocato ma potrebbe partire dalla panchina accusando ancora qualche dolorino alla caviglia destra.
Non ci saranno invece Sissoko, rimasto a Parigi a causa del grave lutto che ha colpito la moglie, e Iaquinta, di nuovo fermo. Anche Trezeguet non sta benissimo, spazio quindi ad Amauri. Per dirla con Zac, «siamo abituati ai cerotti». Il problema è che si sono abituati anche gli avversari: a fare polpette della Juve.
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