Zac in Giappone ct degli interpreti

Il Giappone lo ha chiamato per fare il ct. Non ha neppure chiesto come mai proprio lui, non gli interessava, e di punto in bianco si è messo a fare la prima conferenza stampa. In italiano.

È arrivato in Giappone come uno di noi, si guardava intorno, la gente rideva e rideva anche lui. Che bello il Giappone, pensava Zaccheroni. Aveva lasciato i bagni di Cesenatico al mattino presto, ultima spiaggia prima del molo, vicino al grattacielo, da lui si mangia bene, si sta bene, non si andrebbe mai via. Ma il Giappone lo ha chiamato per fare il ct. Non ha neppure chiesto come mai proprio lui, non gli interessava, e di punto in bianco si è messo a fare la prima conferenza stampa. In italiano. Cosa ha detto è quasi inutile riportarlo, farò del mio meglio, voglio lasciare un segno, qui ci sono dei seri professionisti, il Giappone è la nazionale leader dell'Asia. Ha detto quello che avrebbero detto gli altri, magari con quel suo accento romagnolo che non si capisce mai se ti sta prendendo sul serio. E ogni tanto ringraziava, con la testa su e giù. Un sorriso. Insomma tutto bene. Che bello il Giappone.
Poi un giorno va da lui un giornalista che gli fa delle domande e lui: «...Io? Mai detto una cosa del genere. Come? E questo chi l'avrebbe detto? Io? E quando?». Insomma, scopre che l'interprete ha fatto una traduzione molto approssimativa, lui certe cose non le ha mai dette, non è vero che si è augurato di arrivare fra i primi tre in coppa d'Asia, tutt'altro, la vuole vincere e lo ha detto: «Siamo in grado di portarla a casa e lo faremo».
Allora cosa è successo: ha telefonato alla federazione giapponese e si è sentito rispondere: «Caro Zac san, qui la traduzione esatta è su tutti i giornali, venga subito che facciamo le selezioni».
«Ma la squadra ce l'ho già in mente», ha risposto lo Zac.
«Ma quale squadra, qui dobbiamo trovare un traduttore», gli hanno risposto dal Giappone.


E così Alberto Zaccheroni si è ritrovato a tornare in Giappone a fare il doppio lavoro, selezionatore dei giocatori e selezionatore dei traduttori. Glielo avevano detto che lì il lavoro è sacro, ma che poi ti fregano sempre. Comunque che bello che è il Giappone

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