Zanetti invita i pizzardoni a fare più multe

Massimo Malpica

La virtù può essere un vizio quando il Campidoglio batte cassa. E così se gli automobilisti romani di qualche municipio sembrano aver imparato a rispettare il codice della strada, ai vigili urbani di quel gruppo arriva l’ordine di emulare Otello Celletti, l’inflessibile, spietato e irresistibile pizzardone interpretato da Alberto Sordi, «campione» della contravvenzione a tutti i costi.
Certo, pensare che qualcuno possa incentivare la «produzione di multe» in una città che lo scorso anno ne ha distribuite quasi quattro milioni sembra roba da fiction. Ma la lettera spedita ai vari comandanti dal numero uno del corpo di polizia municipale, Aldo Zanetti, purtroppo non è frutto della fantasia di uno sceneggiatore. La missiva, spedita nell’ultima settimana, ha per oggetto il «rendiconto di gestione 2004/2005», e in pratica è un invito alla repressione in seguito al calo dei verbali elevati dai vigili: solo una multa su quattro, infatti, ormai è «targata» polizia municipale. I vigili hanno firmato poco più di 900mila verbali, quasi mezzo milione in meno rispetto all’anno scorso. Il resto, gli altri 3 milioni, è frutto degli ausiliari del traffico e degli occhi elettronici di Iride ai varchi della Ztl.
«Dall’analisi dei dati inseriti nel sistema Unisys da codesta unità operativa relativi al periodo 30 giugno 2004 - 30 giugno 2005, è emerso che l’attività sanzionatoria (Codice della Strada) del Gruppo municipale da Lei diretto ha subito una diminuzione di x verbali», scrive dunque Zanetti ai suoi sottoposti, facendo seguire il primo rilievo da un grafico che evidenzia il dato numerico del decremento e la percentuale in calo rispetto all’anno precedente. Ma la diminuzione delle violazioni al codice, che dovrebbe essere frutto dell’attività di prevenzione sulla sicurezza stradale dei pizzardoni, non sembra far piacere al grande capo dei vigili urbani della capitale. Anzi.
L’uomo messo alla guida del Corpo da Veltroni rimarca come sia un «importante fattore» per «incidere positivamente sulla qualità del servizio» la quotidiana redazione di un «rapporto di fine servizio» che, ricorda Zanetti, «consente al dirigente una costante vigilanza sull’attività posta in essere dal personale dipendente». Attività che, par di capire, dovrebbe concentrarsi nell’erogazione di verbali di contravvenzione sui parabrezza delle auto dei poveri romani, che già «viaggiano» su una media di quattro per famiglia.
Che l’aumento del numero delle multe c’entri qualcosa con il miglioramento della «qualità del servizio» è difficile da comprendere. Evidentemente la sanzione amministrativa non viene più ritenuta uno strumento per punire una violazione del codice della strada, ma semmai una fonte di reddito per rimpinguare i forzieri del Campidoglio. Tanto che, nell’ultimo capoverso della missiva, il concetto viene ribadito, casomai ce ne fosse bisogno. «Nell’evidenziare che sarà mia cura - osserva uno scrupoloso Zanetti - avviare una procedura di analisi dei dati in questione con cadenza mensile (...), la presente per invitarLa ad un attenta e puntuale valutazione del fenomeno al fine di migliorare la qualità del servizio».
Insomma, il comandante generale del Corpo proprio non crede che i forzati del volante romani siano diventati più disciplinati. E il fatto che, in questo o quel municipio, si siano registrate meno auto parcheggiate sulle strisce, meno passaggi col rosso, meno eccessi di velocità, è per lui niente altro che un «fenomeno» da correggere.
Ma prevenire non era meglio che bastonare? E da maggio dello scorso anno non era partito il new deal dei vigili urbani che, sotto il nome di «Piano di fluidificazione del traffico», aveva indicato come obiettivo la diminuzione delle multe e l’aumento della velocità dei bus sulle principali strade di quattro municipi (il V, il IX, il X e il XV)?
Forse qualcuno in Campidoglio se n’è dimenticato. Ma se ne ricordano, per esempio, i nuovi vertici romani della Cisl Polizia municipale, Giancarlo Cosentino e Gabriele Di Bella. Che sottolineano come in quel piano «fortemente voluto dall’amministrazione» per rendere più scorrevoli le grandi arterie della capitale, il calo delle multe era indicato «come punto di qualità e riuscita» e non certo come fallimento.

E rilevano «con sorpresa» la lettera con la quale Zanetti chiede ai dirigenti dei gruppi «le motivazioni per cui tali attività di introito siano in sofferenza», invitando Veltroni a convocare «una volta l’anno, come previsto dal regolamento del corpo, la conferenza dei servizi di polizia locale fissando obiettivi e priorità fondamentali».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica