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Zapatero cerca alleati di governo e promette più autonomia ai baschi

da Madrid
José Luis Zapatero è pronto a concedere più autonomia ai baschi per formare il governo. È quanto emerso dalla concitata giornata di ieri, che ha confermato le voci ed ha messo il Partito nazionalista basco (Pnv) in testa alla lista dei possibili partner del numero uno del Psoe. Entro il prossimo 7 aprile, giorno in cui si prevede ci sarà l'investitura (ma la data può slittare di una settimana), i socialisti potrebbero arrivare a un patto con il movimento autonomista moderato. Sempre che questi rinunci al grande scoglio che la diplomazia socialista sta provando a limare: il referendum indipendentista indetto per il prossimo ottobre.
La pulce nell'orecchio l'ha messa ieri mattina El País: il governo sarebbe disposto ad aumentare la già amplissima autonomia basca in cambio del ritiro della consultazione popolare che lo stesso Zapatero aveva dichiarato incostituzionale. La notizia è rimbalzata subito a Bruxelles, dove si trovava il premier. «Non siamo ancora entrati in tema» con il Pnv, ha glissato Zapatero, che ha però ricordato il legame positivo che ha unito i due partiti soprattutto in temi di finanziamento autonomista, infrastrutture e ricerca. Un buon preludio, seguito dalle dichiarazioni del viceministro María Teresa Fernández de la Vega, che non hanno lasciato dubbi sulla predisposizione al dialogo. Lo statuto basco si può cambiare se si rispettano «le tre C: costituzione, consenso e cittadinanza», ha chiarito de la Vega.
Ai socialisti l'alleanza con il Pnv consentirebbe di formare un governo stabile e capace di portare avanti una politica praticabile contro il terrorismo, uno dei temi che più stanno a cuore a Zapatero. Ai 6 deputati del Pnv, i socialisti aggiungerebbero i due del Bloque Nacionalista Galego (Bng), con i quali raggiungerebbero la maggioranza assoluta. Per i conservatori del Pnv l'alleanza sarebbe, da una parte, una boccata d'aria fresca, dopo la brutta performance delle scorse elezioni, dove hanno perso molti voti. Dall'altra, significherebbe dover ingoiare il rospo e disdire un referendum voluto dall'ala dura e indipendentista del partito.
Non è ancora chiaro se il presidente basco, il lehendakari, Juan José Ibarretxe (Pnv), ritirerà il referendum indetto o se deciderà di perdere la possibilità di governare a Madrid. Per il momento Zapatero ha fissato un incontro con il presidente del partito, Iñigo Urkullu. Le contrattazioni saranno probabilmente lunghe e concitate. La via basca, metterebbe infatti Zapatero in una situazione molto simile a quella della scorsa legislatura, dove rimase «prigioniero» della sinistra catalanista di Esquerra Republicana de Catalunya (Erc), con la quale governava. Le pressanti richieste di autonomia di Erc costrinsero più volte Zapatero a cercare appoggi esterni.

È probabile che il «nuovo» Zapatero non voglia ripetere il vecchio errore.

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