Zapatero in Europa con una squadra di zombie

L’ottantaquattrenne Jacques Delors, francese, ex presidente della Commissione europea, e i sessantottenni Felipe Gonzalez e Pedro Solbes, rispettivamente ex primo ministro ed ex ministro dell’Economia spagnoli. In mancanza dell’ottantacinquenne Margaret Thatcher, che avrebbe portato una ventata di gioconda femminilità all’ambiente, toccherà contentarsi dei suddetti. Sono i «tre saggi» ai quali José Luis Rodriguez Zapatero, premier spagnolo, ha affidato il compito di venire a capo del busillis economico che svetta in cima all’agenda del semestre di presidenza spagnola dell’Unione europea.
Delors, Gonzalez, Solbes. Una specie di «sunset boulevard», un campionario di zombie della politica d’antan. Una roba effettivamente da ridere, come la faccia di Mister Bean, il famoso comico inglese, che per un pezzo ha campeggiato sul sito della presidenza spagnola dell’Ue, prima che un accigliato e sussiegoso commesso della presidenza facesse notare a lorsignori che non siamo al cabaret. Peccato, perché lo strepitoso numero di «contatti» fatto registrare dal sito con la faccia di Mister Bean è crollato rovinosamente, appena l’hanno tolto, restituendo a Zapatero una più astringente dimensione della sua popolarità. Che cosa abbia in mente il «Trio Tarma», come è stato ribattezzato dai frequentatori della compagnia di giro che si riunisce a Bruxelles, per allentare la morsa della recessione in Europa, non si sa. La depressione, nel frattempo, continuerà spavalda a tenere il campo, questo è sicuro.
Nell’attesa che la Trimurti di stagionati pensatori diventi il tema di uno dei prossimi carri al Carnevale di Viareggio, ieri il terzetto si è riunito alla Moncloa, il palazzo dove risiede il governo spagnolo. E per far vedere ai giornalisti che c’è roba grossa sul tappeto, e che c’è da riflettere per bene sulle mosse da compiere, i tre sono rimasti in conclave per oltre tre ore, autorizzando i maligni e i pettegoli a opinare che la discussione sia ben presto degenerata in pennichella.
Tensioni con Cuba e scherzi sul web hanno insomma un po’ gualcito la festa con cui Zapatero, detto «Bambi», ha celebrato la presidenza di turno dell’Unione. Una partenza in salita, che non scoraggia però il premier. Neppure la notizia che la disoccupazione in Spagna ormai furoreggia, toccando i massimi da dieci anni a questa parte, pare aver incrinato il suo imbarazzante ottimismo. Secondo i dati forniti dal ministero del Lavoro madrileno, il numero dei disoccupati il mese scorso è aumentato di 54.657 unità, portando il totale al ragguardevole numero di 3.923.603 persone. Si tratta del livello più alto dal 1997.
Negli ultimi 12 mesi la disoccupazione in Spagna ha segnato un balzo del 25%. Il tasso ufficiale di disoccupazione è invece salito al 19,3%, secondo i dati dell’Ue, e dovrebbe superare il 20% entro la fine dell’anno, in base alle stime del Fondo monetario internazionale. Questa è il biglietto da visita del Paese e del governo che ora dovrà vegliare sulle sorti dell’economia europea.
Oltre al Trio Tarma, che dovrà vedersela con la recessione, Madrid conta di mettere in piedi un altro club di «specialisti», una sorta di comitato di coordinamento, per affrontare la sfida del terrorismo internazionale. Nella prima presidenza europea di rodaggio delle nuove istituzioni, il ruolo principale è riservato al presidente del Consiglio d’Europa, Herman Van Rompuy, e alla nuova responsabile della diplomazia, Catherine Ashton, anche se la Spagna non rinuncia a promuovere la propria agenda.

«Siete voi a decidere, noi siamo qui ad aiutare», è il messaggio che abbiamo dato a dicembre alla baronessa Ashton e al signor Van Rompuy», ha assicurato il ministro degli Esteri spagnolo, Miguel Angel Moratinos, per fugare le preoccupazioni che, con l’entrata in vigore del nuovo Trattato di Lisbona, una presidenza «bicefala» possa sollevare. In caso di eventuali sciarade di natura politico-diplomatica, non è escluso un intervento chiarificatore del Grande Vecchio del succitato Trio.

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