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Zatlan: è lui che è stanco o è l'Inter che per 100 mln lo cederebbe?

Resta quella dichiarazione di Tronchetti Provera che aprì tutto questo scenario circa un mese fa: "Ibra? Se ci fosse un'offerta da 100 milioni sarebbe un errore non prenderla in considerazione". E allora troviamo le nuove percentuali: quanto è l'Inter ha volerlo cedere, e quanto è Ibra a non voler restare?

Mourinho ha fatto saltare il banco. Le panchine di Juve e Milan a una svolta nella stessa stagione, un evento che a memoria non si ricorda, ma come ha precisato proprio il presidente, l'Inter trova sempre la capacità di non godersela fino in fondo e l'affare Ibrahimovic non è solo un'operazione di mercato che si può concretizzare. La campagna di rafforzamento dell'Inter gira attorno a Ibra, se resta occorre poca roba, altrimenti Moratti con i soldi che gli entrerebbero in cassa, dovrà quasi rivoluzionare il gruppo. Intanto c'è Diego Milito, nonostante Moratti ripeta che l'argentino non è un giocatore dell'Inter. I rumors di mercato, ma qui siamo praticamente davanti all'ufficialità, danno lui e Thiago Motta già in maglia nerazzurra, costo dell'operazione 35mln di euro a cui verranno detratti le eventuali contropartite tecniche, prima fra tutte quella del giovane Robert Acquafresca.
Diego Milito in queste ore è a Milano, ha pranzato in zona Brera, ufficialmente non risultano incontri con la dirigenza nerazzurra. Del resto il centravanti del Genoa era in compagnia di Giandomenico Mesto, Giuseppe Sculli e Domenico Criscito, molto probabile che nessuno di loro avesse voglia di fare da paggetto all'argentino. Più probabile che il gruppo abbia sfruttato il giorno libero da allenamenti per fare shopping a Milano. Fa più notizia il ritorno di interesse per Thiago Motta, scartato in un primo tempo e ora dato per affare fatto. Ci sarebbe eventualmente il futuro di Acquafresca che il patron del Genoa Preziosi spinge per avere come contropartita a titolo definitivo.
Tutte questioni che passano in secondo piano davanti a Ibra. Per Moratti «Al 90% Zlatan Ibrahimovic resterà all'Inter». Un dieci per cento che nella testa dei tifosi vale più di un 90 per cento la dice tutta. «L'Inter è brava a complicarsi la vita con discorsi sulla possibile cessione di Zlatan Ibrahimovic - ha commentato il presidente -. Ma io non ho avuto molto tempo di pensarci... È un fatto caratteriale... Quindi meno male che è ritornata fuori anche ieri, altrimenti non riconoscevo la squadra e la società». Il presidente si carica di un po' di ironia per mascherare il disagio evidente: vinci il campionato e il miglior giocatore della rosa non sai se resta. L'amministratore delegato del club, Ernesto Paolillo, ha tentato di fugare i dubbi: «Per il prossimo anno Ibrahimovic resta. Non sono preoccupato». Paolillo ancora non ha capito che il tifoso andrebbe in ansia anche se ci fosse un annuncio ufficiale che dà Ibrahimovic all'Inter per i prossimi vent'anni. Si chiederebbe: e poi?
Ibra anche questa volta non ha regalato sogni alla sua tifoseria, il calcio non dà certezze, ha detto, come potrei darne io? Ma quando ha spiegato che conosce la ricetta per vincere la Champions, si è fatto silenzio attorno: «Trasportare in Europa la mentalità vincente che abbiamo in Italia».

Resta quella dichiarazione di Tronchetti Provera che aprì tutto questo scenario circa un mese fa: «Ibra? Se ci fosse un'offerta da 100 mln sarebbe un errore non prenderla in considerazione». E allora troviamo le nuove percentuali: quanto è l'Inter ha volerlo cedere, e quanto è Ibra a non voler restare?

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