Zawinul, l’alchimista di suoni divenuto papà del jazz-rock

È morto a 75 anni il pianista viennese che collaborò alla svolta elettrica di Miles Davis prima di fondare con Shorter i Weather Report

Zawinul, l’alchimista di suoni divenuto papà del jazz-rock

Josef Zawinul, Joe per il mondo della musica, si è spento all’alba di ieri nel Wilhelminespital di Vienna, la città dov’era nato il 7 luglio 1932. Lottava da tempo contro un tumore, ma pochi lo sapevano. Era stato ricoverato ai primi di agosto, dopo che il 26 luglio gli era morta la moglie. Aveva avuto il coraggio di suonare quella sera stessa al Birdland, il suo locale viennese al quale aveva dato il nome del club di New York consacrato a Charlie Parker e di una sua composizione. Gli spettatori allibiti ebbero la visione di un uomo distrutto, a un passo dalla fine, lui che era sempre allegro e vitalistico.

Sapeva suonare numerosi strumenti, ma era soprattutto pianista, tastierista e compositore. Molti lo credevano americano, perché nel 1959 si era trasferito negli Stati Uniti dopo aver ottenuto una borsa di studio dalla Berklee School of Music di Boston.

In realtà lo si può considerare il più importante musicista di jazz non americano. Aveva frequentato i corsi di pianoforte e composizione presso il Conservatorio di Vienna ma era stato costretto a interrompere gli studi dalla guerra. Nel 1945 si interessa al jazz grazie al film Stormy Weather che ha Fats Waller tra i protagonisti e poco dopo comincia a farsi notare come pianista. Collabora con l’orchestra del sassofonista Hans Koller e riceve consensi dal pubblico e dagli esperti. Tuttavia la prima svolta significativa della sua vita nasce dall’incontro con il pianista viennese Friedrich Gulda, uno dei massimi interpreti del Ventesimo secolo e nello stesso tempo appassionato e improvvisatore di jazz. È lui a comunicargli il senso dell’unicità della musica, al di là delle distinzioni e delle categorie di comodo, e a suggerirgli la possibilità di praticare e di fondere linguaggi diversi. In Italia, Gulda e Zawinul si cimentarono in un memorabile concerto davanti al Battistero di Parma nel 1985, con i due musicisti intenti a gareggiare nel jazz e nell’interpretazione di una partitura di Brahms.

Appena iniziato il soggiorno a Boston, Zawinul è conteso da vari gruppi di rilievo. Sostituisce il pianista di Ella Fitzgerald ammalato e poi viene scritturato da Maynard Ferguson e da Dinah Washington. È un pianista moderno, eccellente e originale proprio a causa dell’etimologia europea, e ha un controllo perfetto dello strumento. Non a caso lo nota Miles Davis, ma per qualche tempo Zawinul si permette di tenerlo sulla corda. Intanto è uno dei primi a interessarsi alle tastiere elettriche che usa con il gruppo del sassofonista Cannonball Adderley: è di questo periodo la sua composizione Mercy, Mercy, Mercy che consegue fama mondiale.

Nel 1969, eccolo infine con Miles Davis impegnato nella svolta «elettrica». Al sommo trombettista dona la composizione In A Silent Way che, a detta di molti, ha lo stesso peso specifico della storica Bitches Brew davisiana. Lì incontra il sassofonista Wayne Shorter, che diventerà presto suo compagno di viaggio, e tutti gli altri big della fusion, da John McLaughlin a Chick Corea, da Jack DeJonette a Dave Holland.

Lasciato Davis nel 1971, Zawinul fonda insieme con Shorter i Weather Report, complesso guida del jazz-rock anche per il successivo apporto del talentoso bassista Jaco Pastorius, al quale il compositore rimane legato anche dopo lo scioglimento avvenuto nel 1985, al culmine della gloria, per dissapori fra i due leader. E con il quale questo grande alchimista della musica si presenta a Umbria jazz nell’edizione inaugurale del 1973.

Negli anni successivi, e con i nuovi gruppi (Weather Update, Zawinul Syndicate), Zawinul torna una decina di volte a Umbria jazz dove presenta le sue ardite sperimentazioni di world music e di contaminazioni tra forme diverse della musica colta.

Le fotografie che ce lo ritraggono continuano a mostrare il direttore accerchiato da quattro tastiere, intento a condurre i suoi musicisti con sguardi imperativi e fulminei. Lo ricorderemo così.

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