Parte domani la grande kermesse estiva (speriamo non si offendano) dei ciellini. A Rimini. Per una settimana. Il tema ratzingeriano è di peso: «E l’esistenza diventa una immensa certezza», compreso di «E». Neanche il Cielo poteva prevedere la crisi finanziaria di questi giorni e tanto meno poteva farlo a dicembre, quando si inizia a pensare l’incontro.I ciellini dunque volano alto. Più appassionati alla primavera araba che alle sfortune di Borsa. Per carità la finanza e la grande industria non disdegnano Rimini e con una Confindustria che va a pezzi, non rifuggono da un rapporto anche con la potente Compagnia delle Opere (a Bernhard Scholz, il capo della Cdo, toccano la bellezza di otto incontri). Quest’anno è il turno dell’Enel e dunque del suo numero uno, Fulvio Conti. L’anno scorso era quello dell’Eni e di Scaroni, che dispensò un po’ di ottimismo: «L’Italia meglio del previsto». Eni ed Enel sono grandi sponsor della manifestazione. Per la verità anche
quest’anno il cane a sei zampe è ben rappresentato: arriva il giovane
presidente dell’Eni,Giuseppe Recchi. Una delle poche facce fresche delle
ex partecipazioni statali italiane, catturato pochi mesi fa da una
delle più grandi multinazionali mondiali, Ge.
Corrado Passera, il
numero uno di Intesa, ci sarà anche quest’anno. Solo uno spettacolo di
Saviano lo potrebbe distrarre dalle fatiche romagnole. Nel 2009 ci aveva
detto che serviva uno choc positivo per uscire dalla crisi,l’anno
scorso che era necessario pensare in grande. Febbrili attese per
quest’anno. Per la Fiat si va alla staffetta. Grazie ai buoni uffici
del direttore della Stampa , un principe sabaudo non manca mai. L’anno scorso Marchionne, quest’anno Elkann.
Fino a qua, l’ordinaria ed efficiente amministrazione. Le sorprese vere sono due.
Il gran palco allestito dai ciellini per il presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano, scortato dal duo Lupi&Letta (Enrico,
non Gianni). Un bel segnale al Cav: le istituzioni contano e conviene
rispettarle per benino. Qualche malignetto (ci sono anche tra i
santi) sostiene che Formigoni (che dopo Vittadini e Cesana, è la
storica star del movimento) piazzato a metà settimana, alle 19, a
parlare di intimo (non nel senso fashion)sia stato messo nell’angolo. I
fotografi sono già pronti a cogliere il look.
C’è poco da fare i dietrologi invece sul grande invito al cardinale Tettamanzi. Anche i sassi del Duomo sanno che a Milano, con la vittoria di Pisapia, i ciellini sono in grande difficoltà. Venti anni di reclusione dei cattolici democratici, ma sarebbe meglio definirli martiniani, hanno alimentato grandi appetiti. Non sempre spirituali.
Da Edison al San
Raffaele è una scaramuccia continua. E la celebrazione del cardinale
democratico in uscita dalla diocesi di Milano, è un bel segnale di
pacificazione. Tanto più che il suo sostituito è un giussaniano quasi
doc, come Scola.
L’esistenza è una certezza,quasi quanto la voglia di rivincita dei democratici del Duomo. E i ciellini, che sono signori talvolta anche molto pratici, si attrezzano.
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