Boiardi «trasparenti» solo fino al 2009

Nel linguaggio digitale è www.consoc.it. In italiano è l'elenco di consorzi e delle società partecipate dalle pubbliche amministrazioni ovvero dei boiardi di parastato ed enti locali. Se il prefetto di Genova, come gli altri prefetti, su ordine della presidenza del Consiglio ovvero dell'odiato Cav, nei mesi scorsi aveva diffuso i redditi 2010 dei boiardi liguri (che avevamo pubblicato), adesso il ministro del governo dei poteri forti, non si è ancora preoccupato di aggiornare i dati di vassalli, valvassori e valvassini. Sul sito del Ministero i dati sono fermi al 2009. Quello che sarebbe un «vecchio passacarte», risulta quindi più aggiornato e più trasparente del nuovo ministro «digitale», il privilegiato Patroni Griffi (presidente di sezione del Consiglio di Stato). Ancora impossibile, quindi, per i liguri, andare a sbirciare online e capire perché e per chi, in parte, pagheremo più tasse locali. Difficile, per i tartassati pensionati genovesi, intrufolarsi sui siti digitali per conoscere i redditi degli amici dei compagni. Il solito trucco: più «disinformazia» e meno «glasnost».
Per quello che conta, nel 2009 a Genova abbiamo pagato anche per il tunnel che non c'è. Come per il ponte sullo Stretto di Messina. Infatti, il presidente della Tunnel di Genova Spa, Giancarlo Bonifai, ha percepito un compenso di 39mila euro e il presidente del collegio sindacale, Francesco Piterà, ne ha guadagnati 5643. Tanto per fare un paragone, chi era stato nominato, con gli stessi incarichi, alla società dell'inesistente Tunnel del Brennero, nel 2009 aveva (giustamente) percepito zero euro. Per la società Sportingenova (in liquidazione) risulta che Emilio Gatto ha percepito 23mila euro, Silvio Sartorelli 22mila, Aldo Fantino 28mila, Waldemaro Flick 20mila. Per il solo fatto di essere nominata presidente del Cda della Spim, la società che vende (mai abbastanza) gli immobili del Comune, l'esperta avvocato fiscalista e tributarista internazionale, Sara Armella, nominata poi al vertice della Fiera con compensi a sei cifre, nel 2009 ha percepito 61900 euro. L'amministratore delegato di Spim, Tommaso Cabella, ne ha guadagnati 51646 e tra le altre cariche risulta che Francesca De Gregori ha percepito 18044 euro, Francesco Oddone 15038, Raffaella Oldoini 18044, Alberto Sodano 31552. L'unico «eroico» dallo spirito di servizio sembrerebbe l'ex assessore Dc, Tullio Mazzolino, che ne ha portati a casa soltanto 2252 (ma dirigenti e funzionari del Comune non sono in grado di fare lo stesso lavoro?). I conti di Porto Antico tornano ancor meno, perché per soli sei mesi il presidente del Cda e «compagno» Bruno Giontoni, ha ricevuto un compenso di 20mila euro. Mentre per il secondo semestre e quindi lo stesso tempo e la stessa carica, Ariel Dello Strologo ne ha guadagnati 16666.
Mistero anche per il liquidatore di Ami (azienda mobilità e infrastrutture) il cui liquidatore, Franco Achilli, fino al 20 marzo 2009 ha percepito 50mila euro. Mentre il secondo liquidatore, Adriano Anselmi, dal 20/3/2009 in poi ha ricevuto 55mila euro. Sempre secondo le tabelle pubblicate online dal Ministero, risulta che l'amministratore delegato di Sviluppo Genova, Piergiorgio Porazza, due anni fa ha ricevuto 70mila euro. La storia di Amiu è davvero gustosa. Il presidente di Amiu, Roberto Casale, nel 2009 ha ricevuto 61904 euro. Il presidente del collegio sindacale, Roberto Benedetti e i sindaci effettivi Roberto Basso e Aldo Fantino, hanno percepito 24960 euro ciascuno. Resta da chiedersi come abbia mai fatto a sopravvivere di aria, l'amministratore delegato Pietro D'Alema, nipote del compagno «baffino», che nel 2009 ha ricevuto un compenso di zero euro e che nessuno ha mai avvistato a rovistare tra i rifiuti. La Procura di Genova lo ha indagato per la vicenda di alcune consulenze d'oro. Tre da 200mila euro «per progetti strategici per la città di Genova» che sarebbero state assegnate senza gara.

Il centrosinistra genovese ha già annunciato di voler aumentare al massimo l'aliquota dell'Ici/Imu, anche se non ha contestato i privilegi degli «intoccabili» immobili di Chiesa, partiti, sindacati e circoli Arci. Si capisce, ci sono da incrementare o mantenere «strategici» servizi comunali «per la povera gente». Compensi dei boiardi compresi.

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