Da un lato, i fondi neri che viaggiano su conti esteri. Dallaltro, le amicizie di alto livello «politico e istituzionale». Dopo larresto di Giuseppe Grossi, il re delle bonifiche finito in carcere lunedì scorso assieme ad altre sei persone, linchiesta prosegue su binari paralleli. E si allarga.
Perché nel mirino degli inquirenti finisce un nuovo impianto. È quello della «Servizi industriali srl» di Orbassano, in provincia di Torino, ennesimo ramo industriale della «Green holding», società che fa capo a Grossi. Secondo le indagini della Gdf, anche questa struttura (una delle più grandi in Italia per il recupero e il trattamento dei rifiuti) sarebbe stata utilizzata per alimentare il sistema di sovrafatturazioni con cui incrementare il tesoro occulto dellimprenditore. Santa Giulia, così come larea di Pioltello, rischiano così di essere solo la punta delliceberg. Non a caso, ieri, le Fiamme gialle si sono presentate alla Ind.Eco, società del gruppo Sadi che gestisce la discarica di rifiuti urbani di Borgo Montello, in provincia di Latina. I finanzieri hanno acquisito documenti per verificare leventuale corruzione di un pubblico ufficiale che avrebbe fornito notizie su procedimenti giudiziari relativi allazienda.
La procura, intanto, ha dato parere negativo alla scarcerazione di Giuseppe Anastasi e Paolo Pasqualetti, i due consulenti di Grossi arrestati già a febbraio con laccusa di riciclaggio. Anastasi e Pasqualetti, nei mesi scorsi, hanno ampiamente descritto ai magistrati il funzionamento del sistema utilizzato per evadere il fisco e trasferire capitali allestero. Ma, evidentemente, la procura non ha ritenuto sufficiente la loro collaborazione. Di certo, i magistrati si aspettano molto dallinterrogatorio di Grossi, che si terrà nei primi giorni della prossima settimana. Perché limprenditore, come raccontano i suoi ex collaboratori, «vedeva e sapeva tutto». E se Grossi dovesse decidere di parlare, lindagine potrebbe passare con al secondo livello. Quello della politica.
Grossi, fino a ieri, ha continua nella sua protesta. Pur avendo problemi di cuore, infatti, aveva smesso di prendere le medicine. Poi, in serata, ha fatto sapere di aver «deciso di riprendere la terapia al solo fine di non ottenere una situazione che potrebbe essere intesa di privilegio (il ricovero in ospedale, ndr) rispetto ai miei collaboratori e amici che sono, a mio avviso, del tutto ingiustamente detenuti».
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