«Mi aveva detto che voleva farla finita»

Enrico Lagattolla

Sconcerto e dolore. Alcuni conoscenti di Antonio Caimi e di Roberta Maria Tencalla arrivano al civico 7 di via Borgogna. Sono quasi le otto di sera. Da mezz’ora l’ambulanza è partita per portare la donna al Niguarda. Avvisati di quanto successo, cercano una spiegazione. Per primi, un uomo e una donna. «Conoscevo Antonio, era mio amico». Il cellulare squilla. Altre persone da avvisare. «È pazzesco...».
Poi qualche parola. «Antonio da tempo soffriva di depressione, e per questo era in cura. Da anni, ormai. E sempre più frequenti erano le sue crisi. In quei momenti tutto sembrava precipitare. Le liti con la moglie, l’isolamento in se stesso. La morte della figlia, portata via ancora giovane da una brutta malattia, non ha fatto che peggiorare la situazione. Più di una volta mi ha detto che voleva farla finita, ma non pensavo che l’avrebbe mai fatto».
Altre persone escono dall’edificio. Poca voglia di parlare, è troppo forte lo choc per quanto successo. «Non ci posso credere». Una vicina di casa scende in strada con il marito. «Ci capitava spesso di incontrarli. Erano persone deliziose, sapevamo che lui soffriva di depressione, ma mai avremmo pensato che potesse succedere una cosa simile». Al guinzaglio portano un cane.

«È quello dei signori Caimi. Ora lo terremo noi, sperando che lei si riprenda al più presto». Una speranza arriva da un’amica. «Ho visto Roberta mentre veniva portata via in ambulanza. Mi ha fatto un cenno con la mano. Ora aspetto di sapere».

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