Ingroia senza la politica non può stare Ora scalpita con "La mossa del cavallo"

Dopo il flop di Rivoluzione civile, riecco l'ex pm. Con Giulietto Chiesa

Ingroia senza la politica non può stare Ora scalpita con "La mossa del cavallo"

Eh sì, se ne sentiva proprio la mancanza. Antonio Ingroia e Giulietto Chiesa hanno deciso di fondare un partito. La creatura sarà presentata oggi pomeriggio a Montecitorio e si chiamerà «La mossa del cavallo», non si sa se in omaggio al libro di Andrea Camilleri o alla passione di Ingroia per gli scacchi. L'ex pm sempre in prima linea, dopo la trasferta in Guatemala e il passaggio lampo ad Aosta, ora fa l'avvocato ed è presidente di una società della Regione Siciliana. E deve la sua débacle proprio alla politica. Nel dicembre del 2012, da buon coraggioso, l'ex castigamatti della Procura di Palermo decide di candidarsi a Palazzo Chigi. Per questo fonda un movimento e lo chiama, con meno fantasia, «Rivoluzione Civile». Alle elezioni politiche del febbraio 2013, i risultati sono deludenti. Nessun seggio né alla Camera né al Senato, ma quell'avventura è ancora oggi ricordata da tutti per un'esilarante imitazione della toga, firmata da Maurizio Crozza. Però Ingroia non si arrende, e tra una strizzatina d'occhio ai grillini e una carezza al neo presidente siciliano Nello Musumeci, ci riprova con «La mossa del cavallo». L'ex pm stamattina parlerà del suo «progetto politico» durante la trasmissione Agorà in onda su Rai 3. A fargli da spalla nel «progetto», c'è Giulietto Chiesa, un altro ex di lusso. Già giornalista, comunista filo-sovietico, europarlamentare con Di Pietro, Chiesa ora si diletta a intrattenere il suo (piccolo) pubblico con dissertazioni sulle scie chimiche e i terremoti artificiali. E su Facebook annuncia: «La Mossa del Cavallo, e, come suo primo atto, la Lista del Popolo, nasce perché si è reso ormai indispensabile offrire uno sbocco a tutti i cittadini che non si sentono rappresentati dai partiti». Chiesa dice di voler parlare ai «cittadini che hanno bocciato la riforma costituzionale di Renzi». Dimenticandosi di tutti gli elettori di centrodestra che il 4 dicembre hanno votato No.

E tralasciando il fatto che anche la sinistra di Tomaso Montanari e Anna Falcone voleva parlare allo stesso popolo. Ma i due hanno rinunciato a fondare il loro movimento. Ingroia e Chiesa farebbero sempre in tempo a ripensarci.

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