I fatti di Corvetto hanno scatenanto un'ondata di accuse contro i carabinieri, responsabili secondo molti di aver causato l'incidente che ha provocato la morte di Ramy. Secondo le indagini, però, i militari dell'Arma non c'entrano nulla. Lo scooter è caduto per i fatti suoi. Dopo 20 giorni di polemiche, di "poveri ragazzi" che forzano il posto di blocco e di criminalizzazione delle forze dell'ordine, la verità è finalmente saltata fuori
E' noto il fatto che a Milano, il 24 novembre scorso in via Quaranta all’angolo con via Ripamonti, è morto in un incidente Ramy Elgaml. Il diciannovenne di origine egiziana stava scappando a bordo di uno scooter dopo aver eluso un posto di blocco dei carabinieri. Dopo l’iscrizione nel registro degli indagati dell’amico che era alla guida dello scooter e del carabiniere che lo stava inseguendo, la Procura di Milano ha deciso di indagare altri due militari. Una vicenda assurda: io sto con i carabinieri e non con i delinquenti.
L'europarlamentare si è messa a difendere i ragazzi che hanno forzato il posto di blocco e sono stati inseguiti a Milano, fino a che non sono caduti e uno è morto. Ora difendiamo anche i delinquenti? Come si fa a dire una sciocchezza del genere che è profondamente diseducativa?
Il Corvetto è una zona periferica che non viene controllata ed è costantemente presa di mira dai delinquenti che, tutti sanno, sono prevalentemente extracomunitari. Questo però non si può dire, altrimenti siamo razzisti. La situazione è sempre più degradata e nessuno interviene. Chi abita al Corvetto ormai è schiavo dei criminali, è una schifezza che non possiamo permetterci
"Gli abusivi sono sudamericani, africani e spacciatori". Oltre agli occupanti regna il degrado e la mancanza di sicurezza. Ma il Comune fa spallucce