Somalia

Da “baby jihasiti” a “baby spie”. Alcuni sono ancora dei bambini, altri appena ragazzi, ex combattenti nelle file di al Shabaab “reciclati” per pochi dollari dall’intelligence somala come informatori. A denunciare questa verità nascosta è il Washington Post che, per la prima volta, ha dato voce ad alcune delle “baby spie”. Secondo i dati raccolti dal quotidiano statunitense, sarebbero centinaia i minori passati coattivamente alle file della National Intelligence e Security Agency (Nisa). Coinvolti in missioni ad altro rischio, mandati a viso scoperto nei quartieri più pericolosi della città a caccia di informazioni, minacciati: il quadro che emerge è agghiacciante

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Il primo ministro somalo ha deciso di aderire a una campagna che punta a mettere fuori legge le mutilazioni genitali femminili, il tutto in un Paese in cui il 95% delle donne è vittima di questa pratica

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