Legge contro bullismo approda in Senato, Fdi: "Fenomeno preoccupante, agire su prevenzione"

Più impegno per il contrasto al bullismo. Si è tenuta in Senato la conferenza stampa in cui è stato fatto il punto sulla proposta di legge di Fratelli d’Italia, confluita in un testo unico licenziata alla Camera e che adesso in Senato è in attesa di iniziare l’iter di approvazione in Commissione Giustizia. All’iniziativa hanno partecipato il senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni, presidente della Commissione Affari Costituzionali, l’on. Ciro Maschio, presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, il senatore di Fratelli d’Italia Gianni Berrino, capogruppo FdI in Commissione Giustizia, e il presidente del gruppo di Fratelli d’Italia in Senato, Lucio Malan. Per Alberto Balboni “quello del bullismo è un tema su cui Fratelli d’Italia lavora non da oggi. Si tratta di un problema allarmante tenuto conto della giovane età dei protagonisti, parliamo di ragazzini di 11 e 12 anni. Questo disegno di legge lavora esclusivamente sulla prevenzione perché, come è facile capire, è su questo elemento che bisogna intervenire perché i giovani sono il patrimonio del nostro futuro e le loro azioni segnano per sempre la vita delle vittime e degli autori di questi atti. Va inoltre tenuto conto che man mano che l’età cresce diminuisce l’incidenza dei reati ma aumenta la gravità degli stessi. Quindi serve il coinvolgimento della scuola e delle famiglie e un’opera di sensibilizzazione sul territorio per coinvolgere le istituzioni locali e il Tribunale dei minorenni”. Per Ciro Maschio “c’è grande sensibilità in Fratelli d’Italia su un tema che colpisce la nostra cittadinanza. Si registrano episodi gravi e meno gravi in tutte le scuole, una silente tragedia quotidiana. Siamo molto soddisfatti che la Camera abbia approvato all'unanimità questo progetto di legge, registrando grande sensibilità da parte di tutti i partiti. Si è integrata la legge sul cyberbullismo del 2017, intervenendo sulla prevenzione e il monitoraggio dentro e fuori le scuole, azioni educative e percorsi per consentire ai ragazzi di essere recuperati. Si tratta di una normativa complementare rispetto al dl Caivano che interviene in modo incisivo sulla parte più grave della criminalità minorile. Le misure sul contrasto al fenomeno del bullismo, invece, cercano di intervenire nella fase di educazione, prevenzione, dei percorsi di recupero e sensibilizzazione dei ragazzi”. Secondo Gianni Berrino “spesso la tv, le serie televisive e i social rendono l’immagine dei bulli come esempi da seguire. Occorre perciò una responsabilizzazione dei genitori per metterli nella condizione di intercettare i segnali che i loro figli gli mandano, a cominciare dal vestiario che indossano. Ecco perché questa proposta di legge si pone l’obiettivo di introdurre la norma che prevede la responsabilità civile dei genitori per i gesti compiuti dai loro ragazzi, questa è una parte importante di questa legge. Occorre poi la massima diffusione sui territori di questa normativa per mettere tutti nella condizione di conoscerla. I ragazzi devono anche capire che è importante denunciare quando qualche loro coetaneo, si macchia di odiosi reati di questo tipo e non bisogna aver paura di farlo”. Secondo Lucio Malan “su questo provvedimento c’è una convergenza molto ampia e ci prefiggiamo di andare fino in fondo, fino a quando la proposta di legge diventerà legge. Quello del bullismo è un fatto odioso. Un’azione vile in cui spesso chi la perpetra fa il forte con il debole. Questi comportamenti avvengono in luoghi, come la scuola, che dovrebbero essere formativi. E, invece, accade l’opposto. Non pochi dei suicidi che coinvolgono i minori vengono causati dal bullismo e, chi ne è vittima, o perpetratore di bullismo, in molti casi sarà una persona con dei problemi di comportamento. Può accadere che, per senso di rivalsa, la vittima diventi carnefice. Fondamentale è, quindi, la formazione e l’informazione su questi eventi che sono da reprimere. Si tratta di episodi che spesso restano nel silenzio, ma di fronte ai quali non si può essere silenti”. (Alexander Jakhnagiev)

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