Cronaca internazionale

Editing genetico per armi biologiche.Ecco l'ultimo jolly di Kim

L’allarme arriva da un report pubblicato dal Dipartimento di Stato Usa secondo cui Kim Jong Un potrebbe contare su un programma militare particolarmente preoccupante

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La Corea del Nord sarebbe in grado di progettare armi biologiche per scopi militari affidandosi a tecniche di editing genetico come il sistema CRISPR. L’allarme arriva dagli Stati Uniti, o meglio da un report pubblicato dal Dipartimento di Stato Usa, secondo cui Pyongyang gestirebbe, ormai da vari anni, un programma di armi biologiche a livello nazionale per contrastare la superiorità degli Usa e della limitrofa Corea del Sud sul piano militare. Nonostante sia firmataria della Convenzione sulle armi biologiche e tossiche, che proibisce lo stoccaggio e l'uso di armi biologiche, ha aggiunto Washington, la nazione guidata da Kim Jong Un sarebbe insomma in possesso della "capacità tecnica di produrre batteri, virus e tossine" per agenti biologici.

L’ultimo allarme degli Usa

CRISPR, acronimo di Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats, è un termine che si riferisce ad una tecnologia adottata per modificare selettivamente il DNA degli organismi viventi. Ebbene, come ha sottolineato Nk News è la prima volta che un report ufficiale del Dipartimento di Stato Usa menziona specificamente questa tecnica associandola a fini militari nordcoreani.

Yang Uk, analista militare presso l'Asan Institute for Policy Studies di Seoul, ha spiegato che l'adozione del CRISPR da parte della Corea del Nord riflette "un approccio relativamente nuovo" allo sviluppo di armi biologiche, e ha suggerito che Pyongyang potrebbe trarre ispirazione dalla pandemia Covid-19 nella ricerca di nuovi mezzi per colpire i suoi nemici. L’esperto ha inoltre fatto presente che è difficile contrastare la guerra biologica con mezzi come la vaccinazione senza prima conoscere la scelta degli agenti biologici eventualmente adottati dai nordcoreani.

Il report Usa ha in ogni caso ripetuto l'avvertimento dell'anno scorso, secondo cui l’esercito nordcoreano sarebbe probabilmente in grado di disperdere agenti biologici attraverso "sistemi non convenzionali". Il Dipartimento di Stato americano ha anche acceso i riflettori sull'infrastruttura di produzione di biotecnologie e armi convenzionali della Corea del Nord - che potrebbe, a detta di Washington, sostenere un programma di armi biologiche - nonché sulla presunta collaborazione di Pyongyang con altri Paesi su temi scientifici "a doppio uso".

Il jolly di Kim

Sia chiaro: le capacità di guerra biologica della Corea del Nord restano per lo più sconosciute a causa delle difficoltà nello stimare le scorte a disposizione di Kim e nel monitorare la produzione di materiali tossici. Washington sta tuttavia monitorando anche il dossier nucleare nordcoreano. Citando l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), il richiamato Dipartimento di Stato Usa ha rilevato l'apparente funzionamento di un reattore da 5 MWe a Yongbyon, accompagnato dallo scarico di acqua di raffreddamento.

La Corea del Nord aveva apparentemente spento il reattore da 5 MWe nel 2018, in mezzo a una spinta all'impegno con gli Stati Uniti e la Corea del Sud, ma tre anni dopo le attività sarebbero ripartite. Il rapporto americano ha infine citato le conclusioni dell'AIEA del dicembre 2023, secondo cui un reattore ad acqua leggera a Yongbyon è operativo e "ha probabilmente raggiunto la sua criticità". Quetsto potrebbe aiutare la Corea del Nord a ottenere plutonio per armi.

E pure in quantità considerevole.

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