Cronaca giudiziaria

Investì e uccise 2 donne: assolto. "Soffriva di crisi da fine del mondo"

È arrivato a bordo della sua auto come un proiettile, tamponando violentemente la macchina sulla quale viaggiavano le amiche Laura Amato e Claudia Turconi, morte sul colpo

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È arrivato a bordo della sua auto come un proiettile, tamponando violentemente - all'altezza della barriera Milano-Ghisolfa sulla A4 - la macchina sulla quale viaggiavano le amiche Laura Amato e Claudia Turconi, morte sul colpo. A poco più di due anni da quello schianto fatale, Amine Mohamed El Mir, 40 anni, ritenuto totalmente incapace di intendere e di volere, è stato assolto ieri dal gup di Milano. Nel corso delle indagini del pm Paolo Filippini sono state disposte due perizie, da cui è emerso che El Mir soffre da anni di un disturbo psicotico paranoide con crisi da «fine del mondo».

Così il giudice milanese Tommaso Perna non ha potuto fare altro che disporre per l'imputato la misura di sicurezza per due anni in una Rems, una struttura sanitaria di accoglienza per gli autori di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi.

L'incidente è avvenuto il 18 febbraio 2023. Laura Amato era operatrice socio sanitaria alla Macedonio Melloni e aveva organizzato una festa di compleanno per i suoi 54 anni, insieme ad amici e colleghi. Sulla strada di rientro verso casa, intorno alle 2.30 di notte, la Lancia Ypsilon sulla quale viaggiava insieme all'amica Claudia Turconi, madre di quattro figli, è stata tamponata dalla macchina di El Mir e sbalzata di quasi cento metri. L'imputato aveva viaggiato per chilometri a zig zag tra le auto, scatenando il terrore in autostrada, prima di schiantarsi. Dalle indagini della polizia stradale di Novara, viaggiava a quasi 150 chilometri orari e non ha frenato.

Due giorni prima dell'incidente, aveva avuto una crisi psicotica, è stato all'ospedale di Piacenza ma si è allontanato. È ricomparso il giorno dopo a Malpensa e al presidio medico dell'aeroporto gli sono state somministrate gocce di tranquillante. È stato quindi portato all'ospedale di Gallarate, ma anche da là se ne è andato. Ha chiamato un cugino e si è fatto portare a riprendere la macchina a Malpensa. Ha poi ripreso a guidare fino allo schianto.

I familiari delle vittime, risarciti dall'assicurazione, hanno scelto di non costituirsi parti civili nel processo.

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