"Ben accompagnata", così Meloni postando sui social il video-selfie dal palco di Atreju con il pubblico e i sostenitori. Durata 00_!7 X (Alexander Jakhnagiev)
"Ben accompagnata", così Meloni postando sui social il video-selfie dal palco di Atreju con il pubblico e i sostenitori. Durata 00_!7 X (Alexander Jakhnagiev)
"Per il famoso cinque a uno che dovevano infliggerci alle elezioni regionali si sono giocati ogni carta possibile, inclusi il riconoscimento dello stato della Palestina se avessero vinto nelle Marche e l'esenzione dal bollo auto se avessero vinto in Calabria. Roba che Cetto La Qualunque in confronto è Otto von Bismarck. Non è andata così. A mettere fine alla guerra in Palestina è stato l'odiato Donald Trump e le regionali sono finite 3 a 3". Così la presidente del Consiglio e di FdI Giorgia Meloni ad Atreju. Atreju (Alexander Jakhnagiev)
"Dopo tanti anni e dopo tanti attacchi ci provano in ogni maniera a far litigare me e Giorgia, ad allontanare me e Giorgia. Giornalisti di sinistra mettetevi l’anima in pace, non ci riuscirete mai. Prima di governare insieme c’era stima politica reciproca, da tre anni e mezzo c’è qualcosa di diverso e che va oltre la stima politica, in questi tre anni e mezzo ci siamo conosciuti e posso dire c’è amicizia umana e personale, che è un collante che va al di là dei programmi elettorali", lo ha detto Salvini ad Atreju. Atreju (Alexander Jakhnagiev)
"Oggi è il compleanno di mia figlia, ne approfitto per farle gli auguri. Poi le dirà che non ci son perché sono qui con voi", così Salvini sul palco di Atreju. Atreju (Alexander Jakhnagiev)
"Voglio ringraziare i tanti leader dell'opposizione che hanno partecipato, e voglio ringraziare anche Elly Schlein, che con il suo Nannimorettiano "mi si nota di più se vengo e sto in disparte o se non vengo", ha comunque fatto parlare di noi. La cosa divertente è che il campo largo lo abbiamo riunito qui noi e l'unica che dovrebbe federarlo non si è presentata", lo ha detto Meloni ad atreju. Atreju (Alexander Jakhnagiev)
"Mando un messaggio a tutti quelli che continuano a dire la Meloni sola: signori guardatevi intorno. Un grazie profondo va ad Antonio e Matteo, possiamo contare su una visione condivisa, noi non siamo un incidente della storia, un accordo di convenienza, una somma di persone, ma un gruppo che viene da 30 anni di battaglie comuni", così Meloni ad Atreju. Atreju (Alexander Jakhnagiev)
“C’è chi ha scritto che Atreju è un’ammucchiata. Non dirò che siamo alla solita puzza sotto il naso di una sinistra rabbiosa che non riesce a mettere insieme nulla di paragonabile e tenta di minimizzare la portata con pregiudizi dozzinali. Le ammucchiate sono quelle che la sinistra ha fatto per anni in Parlamento e tenta di replicare pur di gestire il potere. Qui ascoltiamo con riguardo le persone che non condividiamo anche per confermare a noi stessi e al mondo che non ci ammucchieremo mai con loro”, ha detto Meloni ad Atreju. Atreju (Alexander Jakhnagiev)
"Vedervi così numerosi, orgogliosi, con le vostre-nostre bandiere, mi ripaga di ogni giorno impossibile, di ogni notte passata senza dormire abbastanza, di ogni fine settimana passato a lavorare per fare quello che possiamo fare per questa nostra nazione. Voi siete la risposta più limpida e potente a chi ha il coraggio di raccontarci che la politica è un gioco di palazzo e che gli italiani sono stupidi, e che tanto vale fare come hanno fatto tutti gli altri. Luoghi comuni che il nostro cammino ha smontato uno a uno", lo ha detto Meloni sul palco di Atreju. Atreju (Alexander Jakhnagiev)
"In un contesto internazionale ferito da prevaricazioni e conflitti, ricordiamo che il contrario del dialogo non è il silenzio, ma l’offesa. Laddove, infatti, il silenzio apre all’ascolto e accoglie la voce di chi ci sta davanti, l’offesa è un’aggressione verbale, una guerra di parole che si arma di menzogne, propaganda e ipocrisia. Impegniamoci con speranza a disarmare proclami e discorsi, curandone non solo la bellezza e la precisione, ma anzitutto l’onestà e la prudenza. Chi sa cosa dire, non ha bisogno di molte parole, ma solo di quelle giuste: esercitiamoci dunque a condividere parole che fanno bene, a scegliere parole che costruiscono intesa, a testimoniare parole che riparano i torti e perdonano le offese. Chi si stanca di dialogare, si stanca di sperare la pace", lo ha detto il Papa ai Diplomatici. (Alexander Jakhnagiev)
"Solo quando una persona è onesta, infatti, diciamo che è “di parola”, perché la mantiene come segno di costanza e fedeltà, senza voltafaccia. Allo stesso modo, una persona è coerente quando fa quello che dice: la sua parola è il buon pegno che dà a chi la ascolta, e il valore della parola data dimostra quanto vale la persona che la dice. In particolare, il cristiano è sempre uomo della Parola: quella che ascolta da Dio, anzitutto, corrispondendo nella preghiera al suo appello paterno. Quando siamo stati battezzati, è stato tracciato sulle nostre orecchie il segno della Croce, dicendo: “Effatà”, cioè “Apriti”. In quel gesto, che ricorda la guarigione operata da Gesù, viene benedetto il senso attraverso il quale riceviamo le prime parole di affetto e gli indispensabili elementi culturali che sostengono la nostra vita, in famiglia e nella società. Come i sensi e il corpo, così anche il linguaggio va dunque educato, appunto alla scuola dell’ascolto e del dialogo. Sia essere autentici cristiani, sia essere cittadini onesti significa condividere un vocabolario capace di dire le cose come stanno, senza doppiezza, coltivando la concordia fra le persone. Perciò è nostro e vostro impegno, specialmente come Ambasciatori, favorire sempre il dialogo e tesserlo nuovamente, qualora si interrompesse. In un contesto internazionale ferito da prevaricazioni e conflitti, ricordiamo che il contrario del dialogo non è il silenzio, ma l’offesa. Laddove, infatti, il silenzio apre all’ascolto e accoglie la voce di chi ci sta davanti, l’offesa è un’aggressione verbale, una guerra di parole che si arma di menzogne, propaganda e ipocrisia", lo ha detto Papa Leone XIV ai Diplomatici (Alexander Jakhnagiev)