Non esiste un brand così semplice e così bello come il Made in Italy. Lo si nota nell'eleganza, anche nei prodotti che non sono di alta classe o di marche blasonate. Nel nostro DNA abbiamo la capacità di esprimere l'artigianato a livelli altissimi.
Non esiste un brand così semplice e così bello come il Made in Italy. Lo si nota nell'eleganza, anche nei prodotti che non sono di alta classe o di marche blasonate. Nel nostro DNA abbiamo la capacità di esprimere l'artigianato a livelli altissimi.
La vera tradizione è sinonimo di un'innovazione ben riuscita, di cambiamento, di arrivo. L'apertura è fondamentale, e ci ha dato cose come la pasta, sinonimo della cucina italiana in tutto il mondo
Il fatto che i prodotti italiani siano imitati in tutto il mondo è un segnale del fatto che abbiamo uno spazio enorme. Ma invece di agire da poliziotti, dovremmo andare e spiegare perché i nostri prodotti originali sono meglio
L'Italia è 23esima per tasso di lettura e 26esimi per tasso di laurea. C'è un'ignoranza di base, ma leggere è fondamentale. Perché più siamo colti, più ci apriamo al dubbio e al dialogo, e vediamo altre verità al di fuori della nostra
Anche Eataly si è scontrata con la burocrazia lenta del nostro Paese. A Roma, una firma mancante su un modulo di sette anni prima ha rischiato di far saltare oltre 400 posti di lavoro, nell'apparente goduria del funzionario comunale
Al di là della qualità e dei punti di forza fisici dietro Eataly, ve ne sono due più "metafisici": il primo è l'idea di mettere insieme mercato, ristorazione e didattica, il secondo è la narrazione. Perché un fatto raccontato non esiste
Quando si parla di chi costruisce l’Italia, nelle sue imprese, nelle sue eccellenze, nel suo prestigio internazionale, un nome non poteva mancare. Con Hoara Borselli ne parliamo con Oscar Farinetti, imprenditore, innovatore, narratore del nostro Paese attraverso il gusto, la qualità, l’identità del “fare italiano”. Dalla sua esperienza alla guida di Unieuro fino alla fondazione di Eataly, Farinetti racconta l’episodio che ha acceso la scintilla: «Da Torino al Giappone, dal locale al globale», il salto culturale e strategico che ha trasformato un’intuizione in un fenomeno internazionale. L’analisi iniziale, la distribuzione mancante nel mondo dell’eccellenza agroalimentare italiana, la scelta di aggregare 9.000 imprese artigiane, il saper unire “comprare ciò che mangi, mangiare ciò che compri, imparare a farlo”, un format che non è solo commerciale, ma culturale. E poi la sostenibilità della filiera, la qualità elevata non come limite ma come punto di partenza, la sfida contro la burocrazia che frena il Paese: «Non è questione di regole, ma di persone». Un racconto che intreccia lavoro, identità, visione e responsabilità: l’Italia che non resta ferma, l’Italia che alza il sedere dalla sedia e va nel mondo. Una conversazione intensa con un protagonista che ha fatto della narrazione e del gusto la forza della sua impresa.
Nonostante la legge e la Costituzione garantiscano pari opportunità, il gender pay gap persiste e le posizioni apicali restano dominate dagli uomini.In quest’intervista al Giornale l’Avv. Rachele Fazzi ci parla della Disparità di genere e delle normative in vigore per tutelare il divario salariale presente ancora oggi.
Non c'è limite alla follia woke. L'ultima bufera è sullo spot di un paio di jeans con una attrice bionda con gli occhi azzurri, come se questo bastasse ad accusare l'azienda di suprematismo. Il paradosso? Sydney Sweeney avrebbe ammesso di essere mora...
La fisica e divulgatrice Gabriella Greison è stata insultata per il vestito indossato durante un video. Ancora dobbiamo sentirci dire nel 2025 che se una donna va in giro con una minigonna va a scollata è una poco di buono. Allora quali progressi abbiamo fatto?