Hoara Borselli

Voglio soffermarmi su uno slogan che abbiamo sentito nelle piazze, ribattuto sui social, in televisione. Lo slogan è questo: Giù le mani dall'Iran. Il problema è che a pronunciare questo slogan sono gli stessi che corrono nelle piazze per denunciare il patriarcato marcato che ci sarebbe nel nostro paese. Sono le stesse donne che dicono di battersi per la libertà, i diritti delle donne, la parità di genere e poi dicono giù le mani dall'Iran, che sappiamo essere il paese più liberticida del pianeta, il paese dove c'è l'assoluta negazione di qualunque tipo di libertà, soprattutto per le donne.

Hoara Borselli
L'ipocrisia di chi difende il terribile regime dell'Iran

A Milano un 21enne non si è fermato al posto di blocco e si è schiantato contro il palo di un semaforo. In ospedale ne hanno solo potuto constatare il decesso ma, proprio come avvenne per Ramy, i familiari danno la colpa a forze dell'ordine e sanitari

Hoara Borselli
Quelle morti provocate da chi non si ferma ai controlli

Una scuola materna paritaria cattolica ha portato i suoi alunni a pregare in moschea. Bimbi tra i 3 e i 5 anni inginocchiati con la fronte sul pavimento verso la Mecca ad ascoltare i sermoni dell'imam, con le maestre costrette a indossare il velo. Un episodio gravissimo, totalmente diseducatico, un abuso ripugnante e una deriva inarrestabile

Hoara Borselli
La gita in moschea, l'ultima frontiera della sottomissione alla cultura islamica

Nel giorno della commemorazione gruppi di estrema sinistra hanno inneggiato al massacro di Sergio Ramelli e il comune di Torino ha vietato la commemorazione della sua morte. Allora io vorrei chiedere al sindaco di Torino per quale motivo non ha permesso che si celebrasse la morte di questo ragazzo

Hoara Borselli
Sul massacro di Ramelli il silenzio è connivenza
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