Letta rompe la quiete nel Pd: "Renzi? Ne avrei di cose da dire..."

In un'intervista a Repubblica l'ex premier Enrico Letta parla del rilancio del Pd ("Zingaretti? È l'uomo giusto") promettendo di impegnarsi in prima persona ("Dopo 5 anni riprendo la tessera") e attaccando Renzi ("Meglio non dire niente...")

Letta rompe la quiete nel Pd: "Renzi? Ne avrei di cose da dire..."

Basta litigare. Dopo il trionfo alle primarie di Nicola Zingaretti, i dissidi quotidiani nel Pd sono improvvisamente annegati in un mare di zucchero. Ma davvero nel partito tutto va a gonfie vele? A leggere l'ultima intervista a Repubblica di Enrico Letta, non si direbbe. L'ex premier, dopo avere incensato il nuovo leader dem e chiesto ai dirigenti del partito di smetterla di essere antipatici, ha tirato una stoccata al suo arcirivale Matteo Renzi, che nel 2014 gli fece le scarpe dopo avergli detto di "stare sereno".

Prima, però, Letta ha annunciato la sua decisione di scendere di nuovo in campo. "Ho fatto una scelta di vita e resto fuori dalla politica parlamentare, ma dopo cinque anni è arrivato il momento di riprendere la tessera del Pd. Il valore di queste primarie è doppio - ha spiegato l'attuale rettore di Scienze Politiche alla Sorbona di Parigi - perchè sono state uno straordinario successo di partecipazione nonostante una campagna che non è stata al centro del dibattito politico". Secondo Letta, la "luna di miele" tra la maggioranza di governo e l'elettorato "è finita, perchè i partiti di governo l'hanno gestita male e hanno dimostrato di non avere un progetto bensì solo l'arroganza del potere". Poi una riflessione sul suo Pd ideale, che "deve avere come bussola l'indisponibilità a qualunque operazione di trasformismo in Parlamento. L'obiettivo è arrivare a elezioni anticipate il più presto possibile. Qualsiasi altra operazione sarebbe di breve respiro e non sarebbe capita. La connessione sentimentale si ricrea parlando al Paese, non agli altri partiti. Zingaretti metta in campo una opposizione credibile, ciò che è mancato in questi mesi", la posizione di Enrico Letta.

L'ex premier si è detto ottimista sulle potenzialità del Pd come di "un partito forte e generoso, con un progetto chiaro e autonomo per il governo del Paese. Ricordiamocene quando toccherà di nuovo a noi: servono anticorpi contro l'arroganza. Il Pd non deve più essere il partito antipatico". Poi il solito attacco a Trump e al sovranismo ("In Italia si gioca la partita più importante per allontanare l'incubo del sovranismo dall'Europa. Tifiamo per i democratici affinché battano Trump"), fino alla stoccata finale al suo nemico pubblico numero uno: Matteo Renzi.

"Avrei tante cose da dire, ma la cosa più ridicola sarebbe sciupare un momento così bello riaprendo capitoli che per fortuna sono chiusi". Insomma, non è bastata la verniciata di Zingaretti per coprire le vecchie ruggini.

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