Troppi rischi sullincolumità del premier. Il comitato parlamentare sui servizi segreti guidato da Francesco Rutelli non si nasconde: «Sebbene laggressione di Massimo Tartaglia a Silvio Berlusconi sia stato un gesto isolato, il presidente del Consiglio deve essere più prudente nei contatti con la folla». La sua sicurezza, ha ribadito il leader centrista, «è un bene nazionale» e il rischio che da un episodio così grave possa derivare «una crescita del pericolo di emulazione» è altissimo. La fitta giornata di incontri al Copasir, iniziata con laudizione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e del direttore del Dis (lorganismo di controllo degli 007), Gianni de Gennaro, è servita a fissare alcuni paletti: serve maggiore prudenza e soprattutto sarà necessario dire qualche «no» in più: «Certe cose - ha sottolineato Rutelli - Berlusconi non le può fare perché ora il pericolo è più alto di prima e in qualche momento va posto uno sbarramento». Anche perché quando il capo del governo va in luoghi pubblici, come ha chiarito lex vicepremier, «la competenza è dei servizi segreti».
Si spengono intanto le ultime critiche alla gestione della sicurezza attorno a Berlusconi al termine del suo comizio a Milano. «Cera un tale numero di guardie del corpo e addetti alla sicurezza che è da considerarsi quasi un evento accidentale che possa essere filtrato e passato loggetto che lo ha colpito». Getta acqua sul fuoco anche il ministro dellInterno Roberto Maroni: «Tutto è stato fatto nel miglior modo possibile, anche i cosiddetti interventi preventivi di forze dellordine e servizi segreti». Ma lasticella dellallarme segna rosso: «Da tutte le analisi fatte dai servizi nellultimo periodo - è la sintesi di Rutelli - è emersa una crescente preoccupazione sul fatto che ormai sono molti i punti di tensione nel nostro Paese». E visto che lesuberanza del premier «rende di fatto impossibile impedirgli dei contatti fisici con il pubblico», qualcosa dovrà cambiare.
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