Beverly Hills, 20 anni dopo

Quelle mode a scoppio ritardato...

Beverly Hills, 20 anni dopo

Alle 18.31 di un tiepido pomeriggio di design primaverile erano tutti lì: bicchiere in mano e tartina assassina tra le dita, in qualche caso anche una voluttosa sigaretta, ma comunque come i figli di un'era alla Beverly Hills. Sì, quel telefilm Anni Novanta, ed in effetti a vedere le facce c'erano un po' tutti in ordine sparso: Brendon, Brenda, Dylan, Donna, Steve, Kelly, David, Valerie, Andrea in ordine sparso e di cocktail, neanche fossero al Peach Pit, che per chi non sa era il locale preferito del gruppo. E davvero quel pomeriggio tiepido pareva di vederli: camicia fuori dai pantaloni, perfino qualche short, occhiali da sole all'imbrunire, miniginne ascellari, pettinature orgogliose, tacchi e tacchetti d'ordinanza. In un posto colmo di gente, aperto alle 18.30 e dopo un minuto già pieno di significato (quello di una caccia al mohito) e comunque in cui la musica dava poco significato alle parole.

Ma che importa, tanto non c'era poi nulla da dire d'interessante: l'importante era il look, gli sguardi, le movenze. L'importante era esserci, senza neanche un vero perché, così come in quel Beverly Hills degli anni Novanta. Anche se era Milano con vent'anni di ritardo.

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