
Gentile direttore Feltri,
come mai il Pd e la sinistra continuano a lanciare l'accusa di fascismo contro il governo? Anche l'altro ieri, 2 agosto, a Bologna, durante le commemorazioni, è stato il refrain: «Il governo Meloni è fascista». Ma lei lo vede giusto?
Stefano De Vito
Caro Stefano,
per la sinistra italiana il fascismo è diventato una specie di sfondo ideologico onnipresente: se non riescono ad argomentare, i progressisti evocano il passato. È un trucco parentale: l'accusa serve a riempire il vuoto, a fissare i riflettori sugli oratori anziché sui contenuti. Se il fascismo non fosse esistito l'altro secolo, oggi la sinistra parlerebbe di nulla.
A Bologna sabato è stata commemorata una delle stragi più feroci e simboliche della storia repubblicana: 85 morti, oltre 200 feriti. I sedicenti democratici strumentalizzano quelle vittime per tentare di fare opposizione alla loro maniera, scagliandosi contro il governo che ritiene necessario parlare di «terrorismo» anziché di «fascismo». E io lo trovo opportuno. Attenzione: nessuno nega - e lo ha sottolineato anche il ministro Crosetto - che le sentenze attribuiscono la strage a organizzazioni neofasciste. Ma davvero è un grosso problema, tale da tacciare di fascismo la presidenza del Consiglio, riferirsi a quella strage sanguinaria come a un crimine di terrore? Questo fu.
Ma qui scatta il vizietto: quando non hai nulla da criticare al governo, perché la sua linea è istituzionale, la sua statura democratica, il suo consenso crescente, che fai? Diffondi nell'aria la parola «fascismo» come fosse un gas tossico.
La sinistra però sta diventando imbarazzante. L'opposizione si sta riducendo a un revival: la parola fascismo era già usurata contro stagisti, influencer, persino Elon Musk, oggi basta che qualcuno dica «destra» e subito partono lamenti e strategie moralistiche. Non è un argomento politico, è un ossimoro retorico: perché, come puoi chiamare fascismo un governo democraticamente eletto, guidato da una donna figlia del dissenso degli italiani nei confronti di una sinistra ipocrita, inconsistente e tutto meno che democratica?
Io non credo che Giorgia Meloni sia fascista. Anzi. È per il sottoscritto la più democratica dei democratici. Un leader di dimensione europea, radicato nel consenso nazionale, capace di andare oltre la scena italiana ed essere considerata interlocutrice credibile anche nei palazzi di Bruxelles come altrove. Sarebbe volgare insinuare che dietro il suo consenso ci siano zone grigie. Quel governo ha fatto riforme, dalla Giustizia all'immigrazione, che nulla hanno a che fare con nostalgie autoritarie. Anzi: mostrano senso dello Stato. Infine, gli italiani non ci credono più. Quando ascoltano certe accuse si annoiano, sbadigliano, perché il fascismo è stato sconfitto 80 anni fa.
La Repubblica ha demolito quel regime. Ora chiamare fascista chi governa con legittimità è un insulto al popolo italiano che ha votato a favore di questa maggioranza. È tempo che la sinistra trovi nuovi argomenti, perché di fascismo non si vive più.