In 15 giorni di controlli la Regione ha scovato 70 sedi su 129 con temperature superiori a 22 gradi. Il 20 per cento delle caldaie condominiali bruciava olio combustibile Uffici troppo caldi, è record di multe in città

Ispezioni in tutta la Lombardia. Zambetti: «Mi aspettavo qualche infrazione in meno»

Giovanni Buzzatti

«A dire il vero, mi aspettavo qualche infrazione in meno...» è il primo commento dell’assessore regionale all’Ambiente, Domenico Zambetti. Parla del bilancio di 15 giorni di controlli alle caldaie lombarde. E i dati, specie per Milano, non sono incoraggianti: oltre metà degli uffici e stabili controllati avevano una temperatura superiore a quella prevista per legge; un impianto su cinque bruciava olio combustibile, fuori legge da ottobre perché altamente inquinante. «La campagna di controlli non si ferma» avverte il Pirellone. «Giusto così, si sono persi dieci anni ma è importante che le ispezioni siano riprese» aggiunge Carlo Monguzzi dei Verdi. E chiede sanzioni più severe per chi non rispetta le leggi.
Dal 23 gennaio, in Lombardia sono stati controllati 1362 impianti e il 20 per cento (273) non era in regola. La maggior parte delle ispezioni è stata compiuta a Milano dove i 25 esperti dell’Arpa hanno trovato 14 impianti a olio combustibile sui 71 controllati, il 20 per cento. Si tratta di caldaie condominiali e di industrie. «Se siamo andati a colpo sicuro? No, i controlli era casuali» assicura l’assessore Zambetti. Per i proprietari scatterà una multa da 5mila a 10mila euro, raddoppiata se non si metteranno in regola. «Gli enti locali - spiega la Regione - potranno fissare dei termini entro i quali i trasgressori devono rimediare, pena sanzioni ancora più gravi».
Brutte notizie arrivano anche dall’hinterland. A Monza su 5 impianti controllati, 2 bruciavano il combustibile vietato, a Sesto San Giovanni erano fuorilegge due caldaie su due. Male anche a Varese (23 impianti fuorilegge su 40), meglio a Como (1 su 39). Nessuna sanzione è stata fatta a Brescia (su 102 controlli), Mantova (17 ispezioni) e Sondrio.
Ci sono poi le multe ai proprietari di uffici e stabili dove c’erano più dei 22 gradi (21 dal primo febbraio) tollerati per legge. A Milano sono state scovati 70 uffici troppo riscaldati su 129 controllati (il 54 per cento): si trattava di banche e - è successo il primo giorno - stabili del Comune. La sanzione prevista varia da 516 e 2.582 euro. «È un vizio radicato - riprende Zambetti -. Ma rimediare è semplice, basta abbassare il termostato».
Preoccupano di più gli impianti a olio combustibile. «Abbiamo fatto una convenzione con Comune e Banca Popolare di Milano per finanziare la sostituzione delle caldaie - ricorda l’assessore regionale -. Pagheremo noi gli interessi del prestito, il proprietario in 4-7 anni recupererà quanto investito grazie ai risparmi». Sulla questione insiste anche Monguzzi: «L’olio combustibile inquina 100 volte più del metano, dobbiamo fare tutto il possibile per convincere chi è fuorilegge a cambiare caldaia. Come? Inasprendo le sanzioni e continuando con i controlli, non si facevano seriamente dal ’94».
Le caldaie, nei mesi invernali, producono il 40 per cento del Pm10.

A Milano l’inquinante ha raggiunto mercoledì i 111 microgrammi al metro cubo, più del doppio della soglia di guardia. Sono 31 i giorni consecutivi oltre i limiti. Le cose potrebbero migliorare tra oggi e domani, per il vento.

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