In 1.500 a teatro per votare il Pgt A gennaio in aula

Tutto esaurito al workshop: presentate 4.500 osservazioni. Tra tecnici e architetti anche molti normali cittadini

In 1.500 a teatro 
per votare il Pgt 
A gennaio in aula

Oltre 1500 milanesi, tra semplici cittadini e tecnici, architetti, avvocati, ingegneri, immobiliaristi, costruttori si sono ritrovati ieri nella sala del San Fedele (e in teleconferenza con la sede di Assimpredil e l’Urban Center) per seguire il primo workshop di formazione dedicato al Pgt, il Piano di governo del territorio. L’incontro è il primo di una serie di appuntamenti rivolti alla cittadinanza per analizzare il documento che manderà in soffitta il vecchio piano regolatore. Piacevolmente stupito Carlo Masseroli, assessore allo Sviluppo del territorio che legge il numero dei presenti come un «segnale della voglia di partecipazione dei milanesi alla vita della città in questa fase di sviluppo. Tanta gente ha voglia di contribuire al bene comune e ritiene che il piano sia lo strumento adatto. Il confronto con i milanesi è il risultato di un lungo percorso, fatto di osservazione del territorio e dialogo». Il padre del Pgt si lascia scappare una battuta: «A differenza delle primarie che sono riuscite a mobilitare principalmente i residenti del centro, a questo incontro sono venuti anche dalle periferie».
Vengono interpretate come un segnale di interesse per la rivoluzione urbanistica che Milano si appresta ad affrontare anche le 4500 osservazioni al piano presentate in questo mese dalla cittadinanza. Si sono presentati agli uffici di via Pirelli, via Cenisio e Palazzo Marino un numero tale di cittadini che il Comune ha prorogato il termine per depositare gli «emendamenti», fissato per le 12, alle 15,30. Una bella mole di lavoro per gli uffici del settore, che ora dovranno digitalizzare, catalogare e ordinare per argomenti le osservazioni, oltre a valutarne la validità e la corretteza formale.
Ma la montagna di osservazioni potrebbe essere letta anche come un tentativo di affossare il dibattito in aula, facendo cadere così in prescrizione il piano. Termine ultimo e perentorio per l’adozione definitiva del documento, dopo un nuovo passaggio in giunta e in consiglio comunale, è il 14 febbraio. Masseroli sceglie la strada dell’ottimismo: «È chiaro che l’intento di alcuni è fare ostruzionismo, ora però Milano è a un bivio: c’è chi ritiene che la città debba dotarsi di regole e partecipa al dibattito in modo costruttivo, e chi non la pensa così. Ognuno si assuma le sue responsabilità, saranno poi i cittadini a valutare».
Conclusa la disamina delle osservazioni in commissione, il testo passerà in giunta per approdare al voto del consiglio, con le osservazioni, a gennaio. A quel punto sarà la politica a guidare il gioco: e se l’opposizione, con Milly Moratti di Milano civica, si prepara a dare battaglia, la maggioranza con il capogruppo del Pdl Giulio Gallera fa quadrato intorno all’assessore.

Questa, volta, c’è da scommetterci, anche il sindaco sarà in aula per vegliare sul voto. Nessun vantaggio dalla crisi che il Pd sta attraversando? «No - replica Masseroli - l’indebolimento del principale partito di opposizione è un problema per l’equilibrio della città».

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