(...) «armati» di trombe, due a testa, e rivestiti di sciarpe e bandiere gialloazzurre, sorridenti e agguerriti per farsi sentire in mezzo alla di gran lunga maggiore tifoseria italiana. «I tifosi italiani sono cattivi - si lamenta Victor, 36enne di Besate - Sheva ha giocato qui per sette anni, e ora dicono che fa schifo». Ieri sera si è effettivamente celebrato il definitivo divorzio tra il fuoriclasse ucraino e i milanesi. «Vinciamo tre a zero, l'Italia non è un avversario difficile, non ha attaccanti e poi Lippi ha già detto che ha comprato i biglietti di ritorno», dice Vadim, 22enne residente a Brugherio, «al momento disoccupato», che sogna una finale con la Francia, o con l'Inghilterra. Col senno di poi, non ce la facciamo proprio a dire che ci dispiace per lui. Dal calcio di inizio al primo gol dellItalia, segnato da Zambrotta, la folla ha vissuto la stessa tensione degli incontri precedenti. Ma stavolta la squadra cera, ed ha tirato fuori quella che forse è stata la miglior prestazione fino ad oggi; e se la prima rete italiana ha calmato gli animi, la seconda gli ha fatti esplodere.
Il terzo gol di Toni ha poi causato unesplosione di gioia non ancora vista questestate in piazza del Duomo: tra bandiere, grida, fischi, abbracci, trombe sfruttate fino al consumo delludito e fumogeni verdi bianchi e rossi accesi dalle prime file dietro alle transenne, il resto dellincontro è sfumato nella festa generale. «A noi va bene lo stesso - ha commentato a fine incontro Ivan, camionista ucraino di 41 anni - siamo tra le prime otto squadre al mondo. Non potevamo sperare di più. Certo ci sarebbe piaciuto che il sogno continuasse, ma...alla fine siete state davvero più forti». Sorprendentemente meno diplomatico si è dimostrato il console ucraino: «È stato un risultato ingiusto, perché abbiamo sprecato troppe occasioni. Se le avessimo messe a segno la partita sarebbe finita 2-2». Lasciamo ad altri le considerazioni tecniche. LItalia è in semifinale, e questo è quanto. Adesso ci aspettano i tedeschi padroni di casa.
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