Politica

A 17 anni pubblica il caso letterario Ma i critici scoprono che ha copiato

Mariuccia Chiantaretto

da Washington

Tempi duri per le brave ragazze. La mancanza di vere avventure amorose è costata oltre mezzo milione di dollari a Kaavya Viswanatha, una bella bruna di 19 anni di origine indiana, studentessa ad Harvard. Il suo primo libro, presentato come il caso letterario dell'anno negli Stati Uniti, è stato ritirato dal mercato quando è stato scoperto che le storie piccanti raccontate erano copiate da altri romanzi.
Gli editori Alloy, Little, Brown & C. hanno stampato 100mila copie del romanzo di Kaavya, in libreria da una decina di giorni. A soli 17 anni, la ragazza aveva firmato con loro un contratto da 500mila dollari per scrivere due libri a sfondo autobiografico. DreamWorks, la casa di produzione cinematografica di Steven Spielberg, aveva comprato a scatola chiusa i diritti per un film. Ma appena il primo libro è stato distribuito ai critici, qualcuno ha scoperto che interi capoversi erano stati copiati, quasi parola per parola, da due famosi romanzi della scrittrice Megan McCafferty, intitolati Sloppy Firsts (Le prime volte mal riuscite) e Second Helpings (Le seconde esperienze).
Cosa ci può essere di tanto eccitante nelle memorie di una ragazzina tra i 17 e i 19 anni? Naturalmente il sesso. Il romanzo di Kaavia Viswanatha è intitolato How Opal Mehta Got Kissed, Got Wild, and Got a Life (Come Opal Mehta venne baciata, si scatenò e cominciò a vivere). La protagonista è una giovane indiana come l'autrice, che come lei è cresciuta nella provincia profonda del New Jersey ed è sotto pressione per realizzare il sogno americano dei genitori: essere ammessa all'università di Harvard. Opal è una tremenda secchiona, ha una delusione dopo l'altra fino a quando, con il primo bacio, scopre la formula del successo: incomincia a uscire con i ragazzi, accorcia le gonne, diventa popolare e le porte di Harvard si spalancano per lei. Quando Kaavia ha cominciato a scrivere, aveva appena presentato la domanda di ammissione alle università più prestigiose, e sperava che il successo letterario le avrebbe procurato risposte positive.
A questo punto entrano in scena un agente letterario, William Morris, e l'editore Alloy, specializzato nello scoprire giovani talenti. Alloy si fa un vanto di partecipare al «processo creativo» dei libri che pubblica. Assicura che Kaavia ha fatto tutto da sola: «Ogni parola del romanzo è sua». Veramente sua? La ragazza nega il plagio, ma ammette di avere letto diverse volte i romanzi di Megan McCafferty: «Forse avevo in testa qualche sua pagina e l'ho fatta mia senza accorgermene. Non ho copiato, si tratta di reminiscenze». Il risultato non cambia. Alcuni capoversi corrispondono, parola per parola.

Piuttosto di esporsi a una denuncia, l'editore ha preferito ritirare decine di migliaia di copie già distribuite e mandarle al macero.

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