A 193 all'ora di autostrada: ritirata la patente al vicepresidente del Veneto

Il leghista Zaia sorpreso con la sua Audi da una pattuglia sull'A27 vicino a Conegliano. "Chi sbaglia paga - dice -, ma questi limiti sono anacronistici". L'11 giugno aveva detto: "No agli agguati con l'autovelox, sì al ritiro della patente..."

A 193 all'ora di autostrada: ritirata 
la patente al vicepresidente del Veneto

Venezia - "Chi sbaglia paga": è lapidario il commento del vicepresidente della Regione Veneto, il leghista Luca Zaia, sorpreso da una pattuglia della Polstrada a correre lungo l'autostrada A27 nei pressi di Conegliano (Treviso) a 193 chilometri l'ora al volante della sua Audi. Ma la multa da 407 euro che Zaia si è visto comminare assieme ai dici punti in meno e al ritiro della patente, come riferiscono oggi i giornali locali, non ha spento la sua combattività, al punto da voler rilanciare la sua idea controcorrente sul tema dei limiti di velocità proponendone l'innalzamento. "Bisogna assolutamente rivederli" sottolinea, nell'annunciare che non farà ricorso contro la multa, presa mentre stava rientrando a tutta velocità a Venezia per partecipare ad una riunione sui danni provocati nella regione dal maltempo - 50 chilometri l'ora nei centri abitati e 130 in autostrada sono "soglie anacronistiche che vanno elevate almeno di 20 chilometri". Magari inasprendendo contemporaneamente, come propone il vice governatore del Veneto, "le pene per chi contravviene ai limiti".

Un'idea che Zaia giura non nasce solo ora: "questa multa non c'entra - assicura - è una posizione che ho sempre sostenuto". A far arrabbiare il vicepresidente e assessore al turismo veneto, semmai - racconta - è stata la battuta della pattuglia della Polstrada che lo ha inesorabilmente bloccato: "ma quelli come lei - si è sentito dire - non girano con l'auto blu e l'autista?". Ora Zaia dovrà invece ricorrere all'aiuto di amici e conoscenti che gli faranno da autisti improvvisati nel periodo in cui sarà senza patente. "Non mi preoccupo troppo - confessa - già stamattina, da quando si è sparsa la voce di quello che mi era accaduto, ho ricevuto almeno 70 sms e altrettante e-mail di persone, molte delle perfette sconosciute, che si offrono di farmi da autista".

"No agli agguati, sì al ritiro della patente" Una posizione critica quella sua limiti di velocità e sugli autovelox che Luca Zaia ha espresso in tempi non sospetti. In un comunicato dell'ufficio stampa della regione del Veneto, data 11 giugno 2007, si legge infatti: "Ho da sempre fatto appello al buon senso degli amministratori locali per dire no agli agguati con l’autovelox e per attivare autentici interventi di prevenzione. E’ per questo che trova il mio pieno appoggio l’iniziativa degli onorevoli Caparini e Gibelli (deputati della Lega, ndr), che prevede l’obbligatorietà di segnalare con cartelli la presenza degli autovelox, anche quelli mobili".

"No agli agguati con l'autovelox" Il commento riguarda la proposta dei due parlamentari approvata in Commissione Trasporti e in attesa di ricevere il via libera definitivo del Parlamento. "Se lo scopo degli autovelox – ha aggiunto Zaia – è quello di punire gli automobilisti che si lanciano a folle corsa in punti stradali pericolosi, la segnalazione della presenza dell’autovelox avrà la stessa funzione deterrente. Non solo: la multa dovrebbe avere titolo esemplificativo, mentre il vero deterrente resta il ritiro della patente. La multa è in qualche modo discriminatoria perché, pagare 100 euro per un’infrazione non ha lo stesso peso per tutti i cittadini, per alcuni è una somma che fa la differenza nel proprio budget, per altri si riduce solo al fastidio di doverla pagare.

"La patente non è un diritto..." Sapere, invece, che oltrepassare un limite di velocità significa perdere punti con conseguente ritiro della patente e, nei casi più estremi, può risolversi addirittura nella sospensione immediata e a vita, questo sì diventerebbe un valido motivo per rispettare il codice della strada. La patente non è un diritto, ma una conquista e chi desidera porsi al volante deve essere in salute e avere tutte le carte in regola per poterlo fare senza mettere a repentaglio la propria vita e quella degli altri”. “Aggiungo che, se Roma sta taglieggiando le finanze locali, il problema non si risolve infierendo sugli automobilisti che non possono diventare le vittime sostanzialmente incolpevoli di esigenze di cassa o di volontà punitive – ha detto ancora Zaia – perché, nella sostanza, queste vicende si inquadrano assai spesso in una logica di pura repressione ed esazione, piuttosto che di prevenzione. Con il risultato di non educare e non convincere”.

"Sottoscrivete le mie proposte" E sulla vicenda interviene ancora Zaia perchè "la questione della sicurezza stradale è seria e sarebbe da ipocriti nascondere la testa sotto la sabbia fingendo che il problema non sussista". Così, propone a tutti i cittadini di entrare nel suo sito internet in costruzione, "www.lucazaia.eu, e di spedire una mail di sottoscrizione delle proposte da me già avanzate quand’ero presidente della Provincia di Treviso, e che oggi sono più che mai attuali. Tali proposte sono: da una parte aumentare i limiti di velocità portandoli da 50 a 70 Km/ora nei centri abitati e dai 130 ai 150 Km/ora in autostrada, dall’altra inasprire le pene per i trasgressori commutando la perdita dei punti in ritiro della patente. Si può stabilire, per esempio, che non allacciare la cintura comporti la sospensione della patente per 2 giorni o superare di 50 km/ora il limite di velocità faccia perdere il diritto alla guida per un mese, sanzioni che hanno un valore deterrente maggiore di qualsiasi multa.

Vanno anche inasprite, dopo una certa ora, le sanzioni previste dal codice della strada: se superare il limite di velocità di 50 km/ora prima delle 22 fa perdere il diritto alla guida per un mese, dopo le 22 costerà la perdita per due mesi. Infine, a chi guida in stato di ebbrezza dovrà essere imposto il carcere".

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