Politica

2 giugno, polemiche sull’assenza dei leghisti

Napolitano: "I militari sono garanti della Costituzione". E dei ministri del Carroccio dice: "Chi ha notato che non c’erano è un osservatore molto acuto...". Berlusconi acclamato tra foto e abbracci: "Impulso a fare di più"

2 giugno, polemiche sull’assenza dei leghisti

Roma - Ora tocca alla politica. Sì, dice Giorgio Napolitano, dopo lo spettacolo di «compattezza istituzionale» offerto dal popolo e dalle Forze armate per la festa del 2 giugno, ora tocca al Palazzo darsi da fare per «evitare i rischi di regressione civile» che corre il Paese. Un pericolo serio, testimoniato «da comportamenti diffusi», di violenza, razzismo, intolleranza e ribellismo alle «legittime decisioni dello Stato». Insomma, bisogna fare qualcosa, per questo «è molto importante lo sforzo che si sta manifestando per trovare convergenza alle Camere». E allora pazienza se Vaticano e Onu criticano l’idea di introdurre il reato di clandestinità: «Il provvedimento è in Parlamento», constata serafico il presidente.

Il capo dello Stato è soddisfatto. Dopo la conferma visiva, plastica, l’altra sera al ricevimento al Quirinale del ritrovato feeling con Silvio Berlusconi, ora applausi e bagni di folla per i nostri soldati. C’erano quasi tutti in mattinata in via dei Fori Imperiali per la sfilata. Unico neo, la mancanza totale sul palco di ministri leghisti. Mancava pure Roberto Maroni, impegnato in una analoga parata a Varese. Napolitano, che ultimamente con il Carroccio ha ristabilito un buon rapporto, non sembra prendersela più di tanto e se ne guarda bene da cavalcare le polemiche sollevate da sinistra. Al punto che in serata, circondato dai cittadini in visita ai giardini del Colle, sgonfia l’argomento. «Che cosa penso dell’assenza della Lega? Penso che chi l’ha notato è un osservatore molto acuto», dice mentre le bande militari suonano marcette nel parco.

Dunque, una giornata «molto positiva» per la partecipazione e per l’apprezzamento bipartisan al messaggio di 24 ore prima. Certo, «la preoccupazione» espressa domenica resta tutta, ma oggi si colgono motivi di speranza. «L’esempio - spiega il capo dello Stato - deve venire dall’alto. Per contrastare violenza e intolleranza, conta moltissimo la funzione pedagogica delle istituzioni».

E in attesa del Parlamento, si può registrare la risposta delle Forze armate. «Sono il simbolo e il fondamento della democrazia nel nostro Paese - dice ancora Napolitano - e incarnano i valori di libertà, giustizia e uguaglianza tra gli uomini che sono ancora oggi il pilastro della società». Di più: i militari si sono saputi adattare ai tempi.

«Hanno rinnovato il proprio fondamentale ruolo di custodi e garanti della Costituzione repubblicana, aprendosi verso il mondo e interpretandone il significato universale nelle innumerevoli missioni a sostegno dei diritti umani, della legge e dello sviluppo sociale in tante aree di crisi».

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