Politica

25 aprile, Napolitano: "Adesso basta divisioni" La Russa viene fischiato

Napolitano celebra il 25 aprile invitando la politica a evitare il "cieco scontro delle parti" e a lavorare insieme alle riforme rispettando però la Costituzione. Ma la piazza non lo ascolta e fischia La Russa

25 aprile, Napolitano:  
"Adesso basta divisioni" 
La Russa viene fischiato

Roma - In piazza Venezia celebrazioni sotto la pioggia all’Altare della Patria per il 66° anniversario della Liberazione. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, celebra il 25 aprile invitando la politica a evitare il "cieco scontro delle parti" e a lavorare insieme alle riforme rispettando però la Costituzione: "La difficoltà delle sfide di oggi e del futuro richiedono nuovo senso di responsabilità nazionale, una rinnovata capacità di coesione nel libero confronto delle posizioni alla ricerca di ogni terreno di convergenza". Ma la piazza non lo ascolta e fischia il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ancor prima di iniziare il proprio discorso al Milite Ignoto. Ma il ministro replica: "Lasciare alle spalle le ferite del passato".

L'appello di Napolitano all'unità Per il capo dello Stato il periodo della Resistenza ha recuperato quei valori di "libertà, indipendenza e unità" che sono alla base della nascita della nazione italiana 150 anni fa. "Ci sono - ha detto Napolitano - punti di contatto evidenti nonostante la distanza e le diversità tra i due momenti della lotta alla liberazione e la nascita dell’Italia 150 anni fa. Le forze migliori della nostra storia diedero libertà, indipendenza e unità, valori che furono recuperati nella Resistenza con il recupero della nostra libertà negata dal fascismo, dell’indipendenza negata dal nazifascismo e dell’unità recuperata dopo la divisione in due del paese nel conflitto". "Non facciamo prevalere il cieco e acceso scontro" nonostante ci sia già un clima elettorale. Bisogna tenere fermo ciò che ci unisce e che ci tiene uniti come italiani. "Si proceda alle riforme considerate mature e necessarie, come in questi anni ho sempre auspicato - ha continuato il presidente della Repubblica - lo si faccia con la serietà che è doverosa e senza mettere in forse punti di riferimento essenziali, in cui tutti possono riconoscersi". "Senza mettere in forse - ha aggiunto - quei principi e quella sintesi, così comprensiva e limpida, dei diritti di libertà, dei diritti e dei doveri civili, sociali e politici, che la Costituzione ha nella sua prima parte sancito".

La Russa ringrazia le forze dell'ordine Dopo essere stato accolto dai fischi della piazza il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha voluto sottolineare che la Liberazione fu resa possibile "dall’impegno collettivo di tutto il popolo italiano" e che le Forze Armate italiane vi giocarono un ruolo "centrale" dando un "contributo generoso e imponente". Nell’anniversario della Liberazione "l’Italia - afferma il ministro - si stringe più che mai intorno al Tricolore nel ricordo dei Caduti e dei feriti della guerra di Liberazione. Durante il conflitto mondiale ed in particolare all’indomani dell’8 settembre il popolo italiano, i civili come i militari, sopportò lutti e sacrifici dolorosi, fino a giungere alla tragedia di una sanguinosa guerra civile. Gli italiani seppero tuttavia ritrovare l’unità - ha sottolineato - e riunirsi sotto un’unica bandiera, animati da una straordinaria volontà di rivincita morale e materiale e dalla eccezionale determinazione di ricominciare il cammino sulla strada tracciata dal Risorgimento italiano. E proprio questo - ha aggiunto - è il significato profondo del 25 aprile". "La liberazione del Paese fu certamente resa possibile dall’impegno collettivo di tutto il popolo italiano - ha ribadito La Russa - è doveroso rendere giustizia all’apporto importantissimo e al ruolo centrale espresso dalle Forze Armate italiane durante la guerra di Liberazione. Fu davvero un contributo generoso ed imponente. La partecipazione di centinaia di migliaia di uomini in armi, custodi e portatori dei più alti valori morali di amore di Patria e di fedeltà alle Istituzioni, fu la caratteristica principale di un periodo certamente straordinario ma anche molto complesso della storia". "Ugualmente importante - ha aggiunto il ministro - è stato sia il contributo fornito dagli uomini con le stellette alla lotta partigiana in Italia e all’estero, sia il comportamento esemplare di migliaia di militari, di ogni ordine e grado, che nei campi d’internamento non cedettero né a lusinghe né a violenze". Il messaggio si conclude con una espressione di "riconoscenza ed ammirazione" per coloro che, "in un momento storico difficilissimo per il nostro Paese, hanno saputo rimanere fedeli ai valori più alti per rispondere con coraggio e determinazione al bisogno di riscatto nazionale".

Il Pdl stigmatizza i fischi "La contestazione fa La Russa è il segno di un settarismo duro a morire cosi come del tutto inaccettabili sono le iniziative a firma di Forza Nuova avvenute a Milano", ha detto Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera. "Il presidente Napolitano ha espresso in modo equilibrato il senso della celebrazione del 25 aprile e ha anche recepito l’esigenza di profonde riforme costituzionali che, dopo tanti anni, si misurino con di nuovo problema della società italiana - ha osservato Cicchitto -. Ricordando il 25 aprile non si può fare a meno di fare i conti con alcuni nodi storici ineludibili. Il 25 aprile segnò la sconfitta definitiva del nazismo e di quella Repubblica di Salò che, al netto del sacrificio di molti giovani in buona fede, fu segnata in modo del tutto negativo dalla sua subalternità alla Germania nazista con conseguente razzismo antisemita. In questo quadro non si può neanche dimenticare che la Resistenza, nella sua fondamentale positività, fu a sua volta il crogiolo di molti elementi contraddittori perchè essa fu percorsa anche dalla dialettica fra chi puntava sulla costruzione di un nuovo Stato democratico e chi invece perseguiva una ben diversa opzione di tipo rivoluzionario che fortunatamente fu superata dallo stesso quadro internazionale e poi dalla dialettica politica italiana".

Gasparri: "Napolitano condanni i fischi" "Sono certo che Napolitano vorrà redarguire i pochissimi stolti in verità che hanno espresso dissenso per le presenza dei Ministri del Governo Berlusconi il 25 aprile", ha commentato il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. "Se non si partecipa ad alcune cerimonie scattano le critiche. Se si partecipa, qualcuno - osserva Gasparri - non è d’accordo. C’è una sinistra faziosa che si ispira più alle violente minacce degli Asor Rosa che all’equilibrio di Napolitano. Sarebbe invece opportuno vivere queste ricorrenze con spirito di pacificazione nazionale guardando tutti insieme alle tragedie del passato, ricordando tutti i caduti della guerra civile e considerando un grande patrimonio comune la riconquista della democrazia". "Non sarà qualche nostalgico di Togliatti o della 'volante rossa' a prevalere, ma l’amore per la libertà di tutti gli italiani.

Ma i faziosi di sempre vanno condannati con chiarezza", ha concluso Gasparri.

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