Abusi, lungaggini burocratiche, cause civili e liti condominiali. Quante volte ciascuno di noi si è dovuto adirare per motivi come questi? Quante volte da Imperia a La Spezia la tranquilla vita di borghi e strade è stata sconvolta da sgradevoli questioni di vicinato? È normale amministrazione, risponderà purtroppo qualcuno. Eppure a Genova c'è un cittadino che ha deciso di lottare fino in fondo contro fenomeni come questi.
Dal lontano 1982 infatti il signor Elio Boccardo di Rivarolo porta avanti una strenua battaglia per far ripristinare al Comune l'originaria larghezza della strada pubblica che porta alle sue proprietà e, seppur stanco, non sembra proprio intenzionato a fermarsi. «Impedendomi l'accesso carrabile hanno fatto tramontare il mio progetto di un allevamento di conigli - dice accusando tutti coloro che si sono occupati finora della pratica, e aggiunge -; ora rischio anche di non poter realizzare nella mia proprietà una pista da trial, che potrebbe pure diventare una risorsa per il territorio».
La storia raccontata da Boccardo è lunga e intricata oltre che disseminata di carte bollate e amarezza. A saltare subito agli occhi però sono soprattutto una parte delle motivazioni che hanno portato la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova a richiedere l'archiviazione per uno dei procedimenti penali aperti sul caso. «Deve inoltre rilevarsi - scrive il pubblico ministero competente - come la situazione irregolare lamentata dal denunciante consista in realtà in una pluralità di piccoli abusi diluiti nel tempo e realizzati in una poco frequentata zona rurale che hanno potuto produrre un apprezzabile danno per l'ordinato assetto urbanistico dell'area solo sommandosi gli uni agli altri nel corso degli anni: non appare pertanto possibile individuare quella urgenza di provvedere senza ritardo, indispensabile per qualificare l'inerzia dell'Amministrazione».
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