Lha scritto Mattia Feltri sulla Stampa, l'ha ribadito Luca Sofri sulla Gazzetta dello Sport e lo ripeto anch'io sul Giornale: il nostro Paese non ha più il Senato, è diventato una democrazia monocamerale. In sei mesi il Senato della Repubblica ha lavorato poco più di quaranta giorni, in dicembre solo cinque, la pausa festiva è durata dal 19 dicembre al 23 gennaio, e non solo: molte sedute sono durate tipo un'ora e hanno trattato argomenti formali o di rara irrilevanza, tanto che Mattia Feltri ha calcolato che i senatori hanno guadagnato circa duemila euro a seduta. Il perché lo sanno tutti: la maggioranza ha solo un voto in più quando va bene, e quasi mai va bene. I senatori a vita vengono chiamati giusto se c'è da proclamare l'annessione di Trento e Trieste. Quando il Senato ha finalmente discusso qualcosa di serio, la base di Vicenza, è passata una mozione dell'opposizione.
Martedì, seconda comica: la seduta è durata due minuti perché i senatori diessini avevano un impegno pre-congressuale. A lamentarsene è stato il senatore diessino Cesare Salvi a cui dell'impegno pre-congressuale non fregava niente. È tutto rovesciato. Manca solo un Furio Colombo a gridare «democrazia a rischio».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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