Un 52enne fuori corso alla presidenza del Corecom

Un 52enne fuori corso alla presidenza del Corecom

Il Corecom. Cioè il comitato regionale di controllo per le comunicazioni. Cioè l’organo che tutela i cittadini nei confronti di tutte le aziende che operano nel campo delle comunicazioni. Dalle tv alle radio, dalle società dei telefonini ai garanti della par condicio. Il Corecom aspettava da mesi la nomina di un nuovo consiglio di amministrazione e di un nuovo presidente. E la Regione ieri ha provato a darglielo. Nel ruolo che è stato finora del professor Federico Oriana, il governatore Claudio Burlando e il presidente del consiglio Mino Ronzitti erano d’accordo di mettere Serafini Pasqualino Lino da Sanremo. Chi?
La domanda se la sono posta ieri i consiglieri regionali di opposizione. Che hanno letto e riletto il curriculum del candidato, anzi, del prescelto alla carica che, recita la legge, va «scelto tra persone che diano garanzia di assoluta indipendenza sia dal sistema politico istituzionale, sia dal sistema degli interessi di settore delle comunicazioni e che possiedano competenza ed esperienza comprovate nel settore della comunicazione nei suoi aspetti culturali, giuridici, economici e tecnologici». Ecco, il curriculum di Pasqualino Lino Serafini non specifica che voti avesse al liceo il candidato proposto dall’Unione al ruolo di garante dei garanti. Non si sa quanto avesse in fisica, che forse è la materia del liceo scientifico «G.D. Cassini» di Sanremo che più si avvicina alla competenza richiesta nel campo delle comunicazioni. Il diritto, d’altra parte, era ricompreso nell’educazione civica che allo scientifico si faceva rubacchiando ogni tanto qualche ora a storia. Né si può pensare che il signor Serafini si stia facendo una cultura in materia, dal momento che oggi frequenta la Facoltà di Lettere e Filosofia. Anche se i 52 anni che impietosa la carta d’identità attribuisce allo studente potrebbero indicare una sua maggior propensione per le materie tecnico scientifiche, e quindi, eccola lì, una chiara competenza nel settore delle telecomunicazioni.
Se non proprio con questa catena di sillogismi, l’imparzialissimo presidente Mino Ronzitti e gli altri consiglieri di maggioranza devono aver provato qualsiasi strada per dimostrare che quello di Serafini era il nome ideale per la presidenza del Corecom. Ma non sono riusciti a convincere la minoranza. «È vero che per consuetudine alla maggioranza spetta la scelta di tre consiglieri e del presidente, mentre gli altri tre membri sono suggeriti dall’opposizione - interviene Gianni Plinio, capogruppo di An -. Ma stavolta hanno passato il segno. La volta scorsa, con Federico Oriana, nome di prestigio assoluto, ricordo come presidente del consiglio di aver fatto più “passaggi” con i vari capigruppo per confrontarci sul nome. E alla fine si è arrivati a una nomina quasi unanime, con la sola esclusione di Rifondazione. Quando si parla di garanti non si possono fare scelte di parte».
E Serafini nel suo curriculum non riporta incarichi in partiti, ma un grande impegno in Legambiente e nel settore della tutela ambientale. Ma alla voce «comunicazione» vanta non meglio precisati «contatti con giornali e tv», la creazione del giornale «Ecopolis» che regalava duemila copie e poi è fallito, o la cura di uno spazio tv in un’emittente locale sanremese già chiusa. «Un curriculum assolutamente non convincente - tuonano Nicola Abbundo e Matteo Marcenaro dell’Udc -. Ci siamo ritirati, abbiamo lasciato la commissione, perché scelte di questo genere la maggioranza se le faccia da sola.

E infatti ci hanno detto che sceglieranno anche i nomi spettanti all’opposizione, accettando i consigli dell’Italia di Mezzo di Fabio Broglia, che per loro è opposizione». La richiesta di tutta la minoranza è che la cosa venga ridiscussa in consiglio. Sarà battaglia.

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