da Losail (Qatar)
L'amarezza per la mancata vittoria è in parte mitigata dalla consapevolezza di aver fatto di tutto e di più per battere Casey Stoner e la sua fenomenale Ducati. Così, come al solito, alla fine della gara, Valentino Rossi trova anche il modo di riderci su.
«Quando eravamo ragazzini - scherza con la solita ironia - andavamo ad elaborare gli scooter nell'officina da Sgana. L'ho sentito dopo la gara e mi ha detto di portare lì la mia Yamaha per cambiare il variatore (un pezzo degli scooter, ndr) e la marmitta: appena torno dal Qatar lo farò sicuramente».
Senza nulla togliere a Sgana, gli ingegneri giapponesi avranno il loro bel da fare per colmare un divario che in rettilineo è perfino imbarazzante, con una differenza media di 14 km/h che fa pensare a una mancanza di almeno 10 cavalli per la Yamaha M1. Così si capisce perché la prestazione di Rossi è stata comunque esaltante.
«Rispetto al 2006 - è l'analisi del campione - siamo partiti decisamente meglio, ma non c'era nessuna possibilità di battere Stoner. Ci ho provato cercando di mandarlo in confusione, ma lui è stato veramente bravissimo. E pensare che i miei ingegneri mi avevano detto che la Ducati avrebbe faticato a finire la gara per problemi di consumo...».
Una battuta anche questa, naturalmente, ma che nasconde forse un piccolo segreto: visto la grande differenza di velocità tra le due moto, viene da pensare che in Yamaha siano stati costretti a usare una configurazione elettronica prudente, proprio per risparmiare carburante. Solo un'ipotesi per il momento e Rossi preferisce tornare sull'analisi della gara.
«C'erano due o tre punti dove potevo superarlo, ma poi era difficile stargli davanti. La M1 è molto veloce in curva, forse anche meglio della Ducati, ma abbiamo bisogno di più cavalli. Avrei voluto infastidirlo fino alla fine, ma quando sono calate completamente le gomme non ho più potuto fare niente. Piuttosto, sono rimasto sorpreso dal comportamento delle Bridgestone: nei test invernali sembravano in difficoltà, invece Stoner ha fatto il primato della pista all'ultimo giro».
Insomma, anche se la Yamaha è competitiva, Valentino sa benissimo che c'è ancora molto da lavorare.
«Noi non saremo mai veloci come la Ducati, perché storicamente la Yamaha ha sempre prediletto la maneggevolezza alla potenza, ma abbiamo bisogno di qualche cavallo in più».
Decisamente più deluso Loris Capirossi, finito a terra, senza conseguenze, mentre stava effettuando una grande rimonta.
«Alla prima curva - racconta - mi sono toccato con un altro pilota e sono retrocesso in undicesima posizione. Ho preso però un buon ritmo e stavo recuperando forte, ma ho esagerato e sono caduto.
Tutt'altro che soddisfatto anche Marco Melandri, quinto.
«C'è troppa differenza in rettilineo tra la mia Honda e le altre, speravo in qualcosa di meglio».
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