Valeriano Canepari è il presidente della Consulta dei Caf di Cgil, Cisl (il sindacato dove milita), Uil, Ugl e delle altre organizzazioni che fanno assistenza fiscale.
Ha letto «il Giornale» oggi? Che ne pensa?
«Mah, questo attacco al sindacato allinizio della campagna fiscale mi è un po dispiaciuto...».
Che cosa contesta?
«Intanto, bisogna sfatare una serie di luoghi comuni. I Caf sindacali non hanno più il monopolio. La competizione sui prezzi è molto alta, e su 14 milioni di dichiarazioni i sindacati non hanno più quelle dimensioni di qualche anno fa. Identificare i Caf solo come quelli sindacali è un po riduttivo. Vorremmo misurarci più su alcune questioni di merito».
Parliamone. Sullaumento dei prezzi che ci dice?
«Dunque, io ho verificato la situazione di Milano. Mi hanno detto che i prezzi non sono aumentati, sono quelli dellanno scorso. Anzi, dovunque abbiamo chiesto ai Caf di tagliare le tariffe di cassintegrati e disoccupati. Se poi uno vuole fare la polemica...».
Scusi se insisto. A Milano un Caf Cisl mi ha chiesto 80 euro, un altro 120. Aggiungendo che sì, in effetti, i prezzi erano aumentati.
«Avete trovato una sede Cisl su 116 sedi in Italia dove praticano un prezzo un po alto. Ci può stare, anche se...»
Anche se? Scusi, ma 120 euro per un modello Unico per un co.co.pro non è unenormità?
«Forse è un po alto ma non mi sento in assoluto di dire che è tantissimo».
Come si giustificano certe variazioni di prezzo?
«Cè tanta flessibilità nei Caf. Tanta. Molti Caf, come avete correttamente scritto anche voi, sono Srl. Dunque società autonome, convenzionate con il Caf nazionale».
Che margine di autonomia avete?
«Poca. Non posso dire la tariffa è questa. Noi diamo delle indicazioni, dopodiché...»
Né se la sente di assumere limpegno di dire: abbassate i prezzi.
«No. Il margine di movimento è limitato. Possiamo solo dare delle indicazioni di massima. Però...».
Però?
«Bisogna anche tenere in considerazione laspetto geografico...
Al Sud si paga meno, labbiamo detto. Perché?
«In molte realtà del Mezzogiorno lorganizzazione è più debole, non facciamo una serie di attività collegate, siamo meno strutturati. Questo permette di abbassare i prezzi. Agli iscritti, per dire, le dichiarazioni le facciamo gratis... Al Nord ci sono strutture più organizzate, lofferta è più qualificata e molti Caf hanno fatto degli investimenti sulle sedi».
Non pensa che la differenza di costo abissale tra iscritti e non iscritti spinga la gente a iscriversi?
«Guardi, dietro i Caf cè unorganizzazione complessa. Se facessimo solo assistenza fiscale, non staremmo in piedi.
Quante nuove iscrizioni riuscite a raccogliere durante la campagna fiscale? Diecimila?
«No, di più. Almeno 50mila».
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