AAA Affittansi case tra le macerie del terremoto

nostro inviato all’Aquila

La signora Marietta lucida il pavimento per i nuovi inquilini. Si china, stende lo straccio, dondola una scopa dura come un rastrello e non alza la testa. È una schiena che borbotta. Ma a chi affitta? «In tanti mi chiamano, eh sapesse... ». Ha fretta di mettere in ordine il locale. Non vede l'ora di liberarsi dell'impiccio: «Parrucchieri, bar, tabaccherie che stavano in centro e vanno abbattute». E il prezzo? «Non lo so signorì, devo decidere coi figli». C'è una stanza appena, con una cantina al di sotto, ma nessuna briciola di terremoto deve rimanere sulle mattonelle che valgono uno stipendio che non c'è più. Il cartello di affittasi la signora Marietta d'Antonio l'ha attaccato con lo scotch sull’ex tabaccheria «Azzurro», accanto all'albergo «Azzurro» e al bar «Azzurro». Questo un tempo era un angolo commerciale a un passo da piazza d'Armi, dove inizia il centro dell'Aquila, alle pendici di via XX settembre, dove è crollata la Casa dello studente. Adesso l'albergo è fuori uso, il marmo del bar è coperto di calcinacci. La tabaccheria invece sembra in ordine. E può avere un valore in questa città che cerca spazi scomparsi.
La vita riparte dai locali definiti agibili che molta gente ora rimette sul mercato. Li affittano un manipolo di audaci che sfidano la paura dei concittadini e la loro voglia di scappare sulla costa. Sono i più disperati, o i pionieri della città nuova. Nelle case non si entra ancora, ma iniziano a comparire questi piccoli annunci: prima appesi qua e là su qualche casa, ora pubblicati sul giornalino delle inserzioni abruzzesi che accoglie il coraggio della rinascita, il Periscopio.
Case in affitto e in vendita. Ecco quindi il signor Domenico Galassi, professore in pensione di scuola media, sfollato a Vasto: ha preso fiducia e ha pubblicato la sua inserzione sul giornale. Due case in affitto: nel quartiere Santa Barbara, sempre vicino a piazza d'Armi, sull'altro lato, oltre la caserma dei carabinieri. «Appartamenti agibili», ha scritto sull'annuncio. Prezzo richiesto: 550 euro l'uno per 110 metri quadrati. Appena cento euro meno di prima del terremoto. Chiamano? «Sì, sì, c'è gente interessata». Sembra che si senta in colpa per quel prezzo in una città di macerie ma poi rivela: «Sulla costa stanno speculando, sento di 2-3mila euro per 80 metri. Ma le mie case stanno a posto».
In questa città dove la terra si è portata via metà del patrimonio edilizio, tutte le regole del mercato immobiliare si capovolgono: il pian terreno ora vale di più, è segnato sugli annunci bene in vista, come un tempo si faceva con l'attico. A parte i temerari che propongono la casa nel centro storico distrutto dalla scossa, i nuovi affitti hanno una direzione privilegiata: ovest, la zona salvata dalla furia del sisma, la frontiera dei pionieri dei nuovi affitti.
Scoppito, piccolo paese vicino a Coppito, è un fiorire di annunci. Gedim costruzioni scrive sul Periscopio: «Gli immobili non hanno subito danni a seguito del sisma». Propone due villette a schiera in località Sassa Scala. Prezzo? «Trattative riservate». Le offerte per ora potrebbero essere una cinquantina, ma il numero cresce di giorno in giorno.
Capita di trovare inserzioni che sembrano proclami da affiggere sui muri.

Nova Casa, idee da abitare, scrive: «Il sisma ha procurato una ferita notevole alla città dell'Aquila, ma bisogna proiettare lo sguardo verso il futuro», e sullo sfondo compare una villetta a due piani con il cancello aperto. La paura non muore in un mese, ma così rinasce una città.

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