(...) della struttura, per alcuni versi carente. Va bene, quindi, anche il carrello da supermercato per trasportare da una stanza ad un'altra gli oggetti rinvenuti in città e che vengono visionati, controllati, catalogati, registrati e inseriti nell'archivio informatico. Si tratta insomma di una grande banca dati in grado di raccogliere informazioni sui 12mila pezzi l'anno che transitano per questo ufficio, siamo ad una media di mille al mese.
Il che da la misura di quanto siano smemorati e distratti i genovesi.
Spiega il sovrintendente capo della polizia municipale, Ivo Sciaccaluga: «La struttura è obsoleta e nonostante tutto riusciamo con una perfetta intesa di squadra a svolgere il nostro lavoro superando anche la oramai nota scarsità di personale che ci affligge». In effetti basta entrare nel magazzino per scoprire che accanto al mercato rionale della frutta e della verdura, c'è un altro grande bazar dove non si vende nulla, ma si raccoglie quello che gli altri perdono o abbandonano. Ed è qui che si trovano le storie e gli oggetti più curiosi. Sugli scaffali, impolverati e rigorosamente catalogati, spiccano gli le cose più strane. Come tre tronchesi, strumenti normalmente utilizzati da fabbri e meccanici, ma anche, purtroppo, da ladri e malintenzionati usi a scassinare, tagliare lucchetti e sbarre di ferro messe a protezione di proprietà private. Attrezzi che giacciono lì già da molto tempo, nessuno li rivendica, forse davvero erano di proprietà di un topo dappartamenti che ha dimenticato i «ferri del mestiere» o li ha dovuti abbandonare perchè sorpreso da qualche guardia. Cè poi anche una motosega arrugginita, smarrita da un giardiniere un po troppo distratto, due bombolette di gas dimenticate da un campeggiatore frettoloso, e addirittura una cabina telefonica completa di cornetta, tasti e fili pendenti che, chissà perchè, giaceva abbandonata. Difficile immaginarlo, ma cè anche chi ha dimenticato, o abbandonato, una carrozzina per disabili e addirittura la statua di un Cristo, o meglio del Sacro Cuore, simbolo oramai di continuità, visto e considerato che ha accompagnato l'ufficio nel suo spostamento da via Garibaldi a via Oristano. E siccome la parola d'ordine è raccogliere, custodire e restituire tutto ciò che arriva da privati cittadini, dalle forze dell'ordine, dall'Amt, dalle Poste, dai taxi e dall'Amiu, c'è posto anche per le dentiere. Cinque per lesattezza, custodite in appositi contenitori. L'ultima è arrivata a gennaio del 2007 ed è stata ritrovata su un autobus, le altre sono state recuperate all'interno delle cassette delle poste. Possibile che i legittimi proprietari non si siano accorti dellassenza delle protesi? A questo proposito da segnalare che nellufficio, fino a poco tempo fa, cera anche una gamba di legno. È stata distrutta nel febbraio del 2004 perché passati cinque anni di giacenza gli oggetti vengono eliminati, venduti all'asta (se di valore) oppure donati ad associazioni di beneficenza (se richiesti). Dal marzo del prossimo anno, con l'entrata in vigore del nuovo regolamento, il periodo di custodia degli oggetti ritrovati si ridurrà a due anni. Tra gli scaffali e gli scatoloni non mancano montagne di chiavi, libri, vecchie cartelle scolastiche, biciclette, televisori, tastiere di computer, caschi, bauli, racchette da tennis, cassette di portafogli, ma anche borse, giocattoli, quadri e coppe. Per il denaro rinvenuto si segue una prassi diversa: viene versato su un conto corrente intestato al Comune di Genova.
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