AAA mogli cercansi per i borghi fantasma

Case gratis, agevolazioni fiscali e viaggi per sole donne (single) contro il crollo demografico

AAA mogli cercansi per i borghi fantasma

Madrid Quando la linea della crescita demografica precipita sempre più in basso, in Spagna appaiono cinquecento tra piccoli comuni e borghi che, nel corso degli anni, sono stati abbandonati, e sono a rischio di diventare città fantasma. Il Paese di Carlo V è quello più a rischio in Europa per spopolamento, più di Italia, Portogallo e Grecia: pochi nati e tanti anziani, e i decessi che si mangiano le nascite. E allora gli spagnoli aguzzando l'ingegno, s'inventano qualche soluzione alla buona per fermare la solita storia. E quella linea in caduta libera.

Nella metà del XX secolo, la Spagna ha assistito al più importante esodo verso le grandi città. I giovani che abitavano questi borghi poco popolati, si trasferirono nelle metropoli per lavoro, lasciando i pueblos alle generazioni più anziane che, quando sono mancate, non sono state sostituite da nuove nascite. A Castelnou, un microscopico paesino dell'Aragona (nord est della Spagna), per rimpinguare la curva demografica, offrono vantaggi fiscali da isole off shore, sconti da favola sull'acquisto di immobili e tante altri servizi irresistibili per bambini, adulti e anziani. Ci sono trilocali in affitto a 20 euro al mese, suolo gratuito per edificare, finanziamenti super agevolati se si acquistano immobili da ristrutturare o ricostruire. A Castelnou ogni nuova famiglia è una benedizione che scongiura la minaccia di diventare una ghost town. Dei suoi 150 abitanti, il 70% ha più di 70 anni. Nelle sue strade giocano soltanto nove bambini, troppo pochi per avere una scuola. Così il Comune si è inventato la carovana dei bambini in tournée per intenerire i cuori e convincere a prendere casa a Castelnou.

E se i bimbi non sortiscono l'effetto, allora ci pensa la carovana delle donne, da un'idea nata nel 1985 da un gruppo di amici, tutti celibi, del piccolo comune di Plan (Huesca, nord Spagna). Qui vivevano quaranta uomini single e una sola donna nubile. Gli scapoloni videro il film del 1955 «La carovana delle donne» in cui si narrava la storia del ripopolamento del West americano con la migrazione di una cinquantina di donne di Chicago. Ma a Plan non giunse nessuna carovana con donne in età da matrimonio: ci volle un annuncio matrimoniale collettivo sui giornali locali per attirare gli occhi femminili. E fu un successo: 33 nuovi matrimoni e 68 nascite.

Nel 1995 Manuel Gonzalo, con un gruppo di celibi di Segovia (a nord di Madrid), fondò Asocamu, un'associazione che con una decina di bus, andava alla ricerca di donne single, disposte a emigrare da città con 30mila abitanti, a paesini dove, forse avrebbero trovato l'amore della vita, ma soprattutto un'abitazione quasi gratis. Segovia fino a vent'anni fa aveva meno di 25 abitanti per chilometro quadrato, contro i 781 della Comunità madrilena e i 94 della media nazionale. In ventitré anni di servizio, Gonzalo con cinquanta carovane di donne ha prodotto oltre cento matrimoni e trecento nascite. Ha convinto decine di signorine, per lo più d'origine sudamericane, ad abbandonare Madrid, per sposarsi con uno scapolone del borgo. Il Giornale gli ha chiesto come funzionano gli incontri. «Sono appuntamenti che durano tutto il giorno. Nubili e celibi mangiano assieme, si conoscono, e poi visitano il luogo. Nel pomeriggio si organizza una gara di ballo e si termina la serata con una cena. Le donne pagano unicamente il trasporto, gli uomini offrono il resto».

E se la carovana non funziona, allora, i proprietari d'immobili si accordano per la vendita dell'intero borgo. In Spagna sia un'impresa che un privato possono acquistare veri e propri tesori rurali abbandonati. In alcuni casi si diventa proprietari al 100 per cento, in altri il municipio rimane proprietario della maggioranza delle strade e degli edifici pubblici. Come conferma a Il Giornale Rafael Canales, direttore dell'agenzia «Puebos abandonados». «Parliamo di borghi in cui l'85% delle parti comuni sono proprietà privata. Sono vecchie fattorie, circondate un tempo da grandi terreni su cui negli anni i proprietari hanno costruito piccole contrade familiari. In questi casi la famiglia stessa si occupava dell'illuminazione e della manutenzione della strada, della linea del telefono, della rete elettrica o idrica. Sono quindi contrade che sono divenute completamente private». Ma chi le compra? «In Spagna c'è un crescente interesse di privati nell'acquisire piccoli borghi e contrade. La richiesta è altissima. Prima della crisi immobiliare, l'80% della nostra clientela erano albergatori e ristoratori. Ora la percentuale è scesa al 30%, ma è aumentata al 70% quella dei privati che spesso spendono per un borgo meno che per un appartamento a Madrid. Il 40% degli acquirenti sono russi, americani e svizzeri, ma ci sono anche tanti spagnoli che iniziano a cercare un luogo di pace. Alcuni tornano per lavorare la terra come i loro bisnonni, ma anche per portare nuove idee, come le fattorie didattiche e le coltivazioni biologiche». I prezzi? «Dipende dall'estensione territoriale, dalla qualità degli edifici esistenti, dalla situazione geografica, dalla vicinanza a grandi nuclei urbani allo stato delle zone comuni.

Attorno a Pontenova (Galizia) i borghi costano 45mila euro, mentre nella Sierra de Caorla 26 edifici in buono stato, valgono 1.550.000 euro». E sul mercato spagnolo ci sono oltre 60mila borghi e piccoli centri. In pratica ce ne è per tutte le tasche.

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