Lotta al bullismo e più religione. Anche la scuola ha cambiato volto

La riforma voluta dal ministro Valditara rimette al centro docenti e studenti. Tornano latino e corsivo. Più tutele per i professori aggrediti

Il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara
Il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara
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La rivoluzione parte dai banchi di scuola. Con la lotta alla dispersione da Nord a Sud lodata dall'Ocse, più di 50mila nuovi insegnanti, il ciclo 4+2 e il rapporto con le imprese, il ritorno del voto in condotta, la didattica integrata con l'intelligenza artificiale. E ancora: giudizi anche alle elementari, quasi 13 milioni stanziati per l'insegnamento dell'italiano agli stranieri, il sostegno ai ragazzi con disabilità, il ritorno del corsivo e del latino, il potenziamento di grammatica e sintassi con l'addio a schwa, simboli e asterischi, il divieto dei cellulari in classe, la lotta a bullismo, cyberbullismo e occupazioni in nome del «chi rompe paga», l'educazione al rispetto della donna, il tetto ai compiti.

La rivoluzione della scuola iniziata dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara è tutt'altro che silenziosa ma a regime sarà dirompente: la formazione dei giovani è cruciale nella visione educativa del centrodestra, in un terreno come quello della scuola dove da settant'anni le riforme vengono osteggiate da un sindacalismo provinciale e geloso del proprio potere. Il ministro da più di due anni ormai prova a scuotere la scuola dal torpore buonista e sessantottino, con una scossa al corpo docenti con 55mila nuove assunzioni - come i 6mila docenti di religione - e il potenziamento degli insegnanti di sostegno. Con progetti di supporto e personalizzazione delle carriere, vedi quello da 267 milioni del «docente tutor» che coordina colleghi e orienta ragazzi, cui hanno aderito 52mila insegnanti.

I professori sono più tutelati dalle aggressioni, con l'assicurazione anti infortuni, quella sanitaria integrativa, la riforma del welfare e la parità di genere, in classe si insegneranno «davvero» geografia, musica, educazione civica e la Bibbia. Cambierà anche l'esame di maturità, l'annuncio a giorni.

Il Piano Agenda Nord da 220 milioni e quello Agenda Sud da 325 milioni hanno come obiettivo contrastare la dispersione a partire dalla primaria e combattere i divari di apprendimento. Nel Mezzogiorno è stata individuata l'ex periferia degradata di Caivano come capofila e pilota per 2mila istituti del Sud, associata a un più serio contrasto ai diplomifici (ne sono stati revocati un centinaio tra Calabria, Sicilia e Campania) attraverso indagini ispettive mirate e la stretta sulle certificazioni.

Se l'Italia non fa figli è anche perché purtroppo per le donne è difficile conciliare famiglia e lavoro. Sono aumentati gli asili nido con altri 31.600 posti grazie agli 800 milioni del Pnrr (con il 91% di aggiudicazioni dei lavori) «per rafforzare l'offerta educativa 0-2 anni e ridurre le disparità» con un'istruzione paritaria di qualità e altri 800 milioni investiti per la realizzazione di nuove scuole altamente sostenibili. Con 400 milioni si è finanziato il Piano Estate che ha l'obiettivo di rendere la scuola un riferimento per le famiglie tutto l'anno.

L'addio a cellulari e social nelle scuole del primo ciclo, proposto anche alla Ue, ha trovato conferme in un nuovo studio scientifico che ha collegato l'uso precoce dei telefonini al calo dell'apprendimento. Anche per questo sono tornati i «Giochi della Gioventù».

Nei programmi scolastici è stata ribadita anche la centralità della Storia dell'Occidente, contrariamente a quanto scriveva ieri Carlo Ginzburg sulla Stampa secondo cui sarebbe «ridotta a un sermone identitario e provinciale». Il problema casomai sono certi libri imbevuti di ideologia, dove si minimizzano foibe e Comunismo.

Muove i primi passi il Liceo del Made in Italy, con 92 indirizzi.

Iniziano percorsi più sicuri ed efficaci di alternanza scuola-lavoro anche all'estero grazie a campus e laboratori innovativi per ridurre il divario tra filiere produttive e filiere formative, con la riforma delle Its Academy e dell'istruzione tecnologico-professionale da 500 milioni, che serviranno a valorizzare un canale formativo strategico e migliorare il dato che vede l'87% dei diplomati trovare lavoro a un anno dall'esame. Ci vorrà tempo, ma il campo è seminato, i frutti arriveranno.

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