
Seguire l'andamento degli ascolti televisivi è un buon metodo per capire gli umori del mondo reale, che non sempre coincidono con quelli raccontati da politici e commentatori presunti esperti di ogni ordine e grado. Per chi produce contenuti televisivi non è facile arrivare sull'obiettivo, coniugare qualità e interesse di un pubblico ormai assuefatto a tutto e distratto da un'offerta fin troppo ampia. Forse per questo pochi avevano scommesso su un successo tanto clamoroso per il ritorno su Canale 5 nella fascia d'ascolto più delicata e quindi pericolosa il cosiddetto access prime time che va dalla fine dei tg alla partenza della prima serata della "Ruota della fortuna", uno dei format più vecchi della tv generalista (in Italia esordì quarant'anni fa, nel 1994 il campione fu un giovanissimo Matteo Renzi) condotto dal presentatore credo più longevo della tv, il fantastico Gerry Scotti. Al suo esordio, l'altra sera, il programma - rivisitato e innovato rispetto al format tradizionale - ha sbaragliato tutti gli ascolti, anche quelli della prima serata, stravincendo con oltre due milioni di spettatori e il 20% di share. Complimenti a zio Gerry così lo chiamano gli addetti ai lavori - ma non essendo io un critico televisivo non è della trasmissione in sé che intendo parlare. Bensì del coraggio di quell'"innovare nella tradizione" che sta dietro l'operazione. Già, perché quando poche settimane fa Pier Silvio Berlusconi annunciò la novità che solo in apparenza sapeva di vecchio, non pochi esperti del settore avevano storto il naso, e sia pure di nascosto dal capo avevano commentato qualcosa del tipo: qui andiamo a schiantarci. Ecco, il botto c'è stato, ma all'incontrario. Il risultato dice che il capo aveva ragione: "Per evolvere aveva spiegato percependo le perplessità -, bisogna sperimentare e farlo già dall'estate dimostra la nostra determinazione a rischiare e innovare". Rischiare e innovare sono le due parole magiche che dovrebbero essere parole d'ordine non solo a Mediaset, che le adotta da sempre e di recente grazie a Pier Silvio con più lena, ma in ogni antro imprenditoriale del Paese.
Nel suo piccolo, il caso della "Ruota" che gira con successo è la metafora di come più che piangere sui dazi versati (da Trump) serva rimboccarsi le maniche e guardare oltre con fiducia in sé stessi e nel proprio Paese.