Economia

Abi Braccio di ferro Unicredit-Intesa per la direzione

Ci risiamo. Intesa Sanpaolo da una parte, Unicredit dall’altra. A spaccare di nuovo il sistema bancario italiano è ancora una volta l’Abi, la Confindustria del credito. Nella primavera del 2006 i due colossi del settore finanziario si sono divisi sulla nomina del presidente, Corrado Faissola. Mentre al centro dello scontro, ora, c’è la delicata questione della direzione generale. A marzo, si è dimesso Giuseppe Zadra, da 17 anni capo della struttura. E subito dopo Faissola ha dato il via alle procedure per la successione. Ma dopo oltre due mesi di tira è molla non c’è accordo.
Il presidente sta tentando con fatica di ricucire lo strappo tra i due principali istituti del nostro Paese. Unicredit proprio non ci sta a cedere il passo a Intesa che, con il presidente Giovanni Bazoli, fu lo sponsor più forte per la nomina di Faissola nel 2006. Bazoli punta sull’ottimo legame con Faissola per proporre una sua candidatura alla direzione generale. Ma il ceo di piazza Cordusio, Alessandro Profumo, punta i piedi. Insomma, il percorso si è rivelato più tortuoso del previsto e il dossier comincia a scottare.
La faccenda è in mano a un gruppo ristretto di banchieri. Oltre a Faissola, nel pool ci sono i quattro vicepresidenti Abi - Alessandro Azzi (Federcasse), Giovanni Berneschi (Carige), Mario Sarcinelli (Dexia) e Camillo Venesio (Banca Piemonte) – e l’ex presidente Maurizio Sella. Nel corso delle riunioni, le tensioni non sarebbero mancate.
In pratica, Faissola si trova in una situazione di stallo. Che è stata «certificata» giovedì durante il consiglio dell’Associazione. Da quel vertice, il presidente sarebbe uscito molto volentieri con un nome condiviso, per poterlo ufficializzare al direttivo di metà giugno. E forse per incassare, in via ufficiosa, la benedizione del governatore di Banca d’Italia, Mario Draghi, nel giorno delle considerazioni finali a via Nazionale. Niente da fare. Per ora è stata solo asciugata la lista dei candidati: da oltre venti si è scesi a una quindicina.
La scadenza fissata nella tabella di marcia è l’8 luglio, data dell’assemblea annuale Abi. Ma i tempi si accorciano. Così prende corpo l’ipotesi di convocare un direttivo straordinario per la fine di giugno o, al più tardi, per i primissimi giorni di luglio. Frattanto, si allontana la possibilità di un candidato esterno. In ogni caso a palazzo Altieri non arriverà un pezzo da novanta. All’ultimo minuto, Faissola potrebbe essere costretto a optare per uno degli attuali direttori centrali, anche per poter attuare quel piano di ridimensionamento e taglio dei costi voluto dal vertice della stessa Associazione.

E in quel caso la scelta sarebbe obbligata.

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