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Abiti romantici e grandi cappelli È il trionfo degli impressionisti

RomaLa passerella del Santo Spirito in Sassia è come un bosco d’autunno e i colori caldi delle foglie sono quelli che predominano negli abiti disegnati da Raffaella Curiel. Grandi cappelli ottocenteschi, atmosfera romantica e ricercata . Soprattutto, le suggestioni dei grandi maestri impressionisti che ispirano l’alta moda e, tra questi, un omaggio particolare al genio di Manet.
La collezione presentata dalla stilista milanese nell’ultima giornata di Alta Roma celebra in modo nuovo i famosi tailleur «curiellini», che sono il marchio della maison. La femminilità ammorbidisce con volants e plissè tessuti dai motivi maschili come i gessati, i pricipi di Galles, i tweeds. Accosta i quadri scozzesi ai velluti, alle mussoline, agli chiffon, ai disegni jacquard, li impreziosisce con ricami, trine, arricciature .
I tagli esaltano le curve, evidenziano le spalle e il seno, segnano la vita, indugiano sulla rotondità dei fianchi. «Da anni- spiega la Curiel- combatto le magrezze esasperate, ai limiti dell’anoressia, che solo da poco è stata bandita dalla moda. Nella mia collezione ho immaginato le figure morbide e desiderabili di Manet, la coquetterie delle signore ritratte da Renoir, le scollature osè di Tissot, le leggerezze degli abiti di Boldini».Civetteria, sì, ma di donne dall’eleganza carica di cultura.
Come sempre, quella di Lella è una ricerca sartoriale colta e artistica, che sulla passerella spesso dipinge dei quadri d’autore. Stavolta, per i suoi modelli sceglie i toni bruni e grigi di Bonnard e Cezanne, i verdi, i blu, gli aranci del giardino di Moreno di Bordighera descritti da Monet e ancora i marroni, i rosa, i lilla di una natura dolce, romantica.
Negli abiti lunghi da sera i bustier a pieghe ornati di tulle sembrano fiori, le gonne si gonfiano dietro di volants plissè. E i ricami scavanoseducenti e profondi triangoli di pizzo traforato sul lato B dei modelli neri. Molto particolari, nei tailleur, le gonne pareo che si sovrappongono a quelle dritte e si possono togliere agevolmente. Così come i pantaloni plissè, sotto a giacche dalle spalle segnate e dal punto vita stretto, con revers di velluto, e impalpabili camicette di chiffon dai colli ammorbiditi dai volants.
Nel finale, la Curiel sfila in passerella con la figlia Gigliola, che è il suo braccio destro nella maison, e offre un bouquet bianco alla presidente di Alta Roma, Silvia Venturini Fendi, in questi giorni amareggiata dalle troppe polemiche.
Per Lella, invece, c’è un mazzo di rose da parte dell’amico Armani: «Giorgio me le manda ogni volta che sfilo a Roma», spiega. E sono ben 30 anni, che la Curiel festeggia dopo la sfilata con un pranzo al museo Maxxi, insieme alle sue clienti e amiche romane. Mentre altri stilisti abbandonavano le impegnative e poco consumistiche passerelle dell’alta moda capitolina, lei è rimasta sempre fedele.
La manifestazione di Alta Roma si chiude così, dopo la collezione sempre sperimentale e ultramoderna di Gattinoni al museo Macro del Testaccio, dopo quella spettacolare e un po’ nostalgica in Campidoglio della maison Sarli orfana del maestro Fausto, con la quarta grande griffe in calendario: Renato Balestra.

Nel Teatro del parco di Villa Pamphilj sfilano i suoi 70 capi ispirati alla rosa, «voluttuosa regina di fiori».

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